Roma, 6 Marzo 2016 - Planet Club
Foto di Gianluca Livi
Quando, qualche anno fa, la formazione di "Roller" apparve al pubblico tragicamente divisa in due tronconi - New Goblin da un lato e Goblin Rebirth dall'altro - non ebbi alcun dubbio nell'indicare il secondo gruppo quale pienamente attendibile, mostrando riserve pesantissime sul primo. In quei giorni, una cosa fu oltremodo chiara: parlando dell'universo Goblin, è impossibile rinunciare alla sua storica sezione ritmica.
Ed infatti, anche i Goblin 4 (già Back To The Goblin), in cui attualmente militano i medesimi bassista e batterista, sono da chi scrive ritenuti ugualmente validi, con ciò escludendo tout court i Simonetti's Goblin, combo certamente valido ma indirizzato verso arrangiamenti esageratamente heavy, francamente troppo distanti dal famoso goblin touch (espressione che allude al tocco, all'impronta gobliniana, coniata dall'autore del volume "Sette note in rosso". Qui la nostra recensione).
Orbene, dopo averli ammirati al concerto del Crossroad nel 2011 (qui la recensione) ed aver loro dato il mio pieno consenso, non posso oggi che confermare i miei intendimenti di allora. Il concerto tenuto a Roma lo scorso 6 marzo non può certamente essere indicato quale mera replica di quel fatastico "esordio" di 5 anni fa, non fosse altro per la presenza in scaletta di pezzi estratti dall'ultimo, meraviglioso album (qui la recensione a firma di chi scrive), dal quale sono stati estratti ben 5 pezzi ("Book of skulls", "Back in 74", "Mysterium", "Evil in the machine", "Forest"), tutti perfettamente incastrati nel vecchio repertorio della band (se si esclude "Killer On the Train", tratto da "Non ho sonno" del 2001).
Ed infatti, a ben vedere, non si direbbe che brani nuovi e vecchi siano separati, tra loro, da almeno 35 anni, se non 40, quasi facessero parte di un unicum espressivo completamente scevro dal fattore temporale. Ebbene, nel caso fosse necessario precisarlo, un'esecuzione perfetta, quella qui recensita (con la sola esclusione di "Le cascate di Viridiana", minata da qualche problema tecnico), peraltro sublimata dalla presenza in un brano suggestivo della bravissima cantante Roberta Lombardini. A brani storici come "Dr. Frankestein", "Mad Puppet/Death Dies", "Zombi", "Suspiria" e "Profondo rosso", l'organico ha affiancato i cosiddetti episodi "minori", forse egualmente conosciuti ma indubbiamente non meno validi, tra i quali preme citare quantomeno la suggestivia versione de "La Chiesa", pezzo favoloso firmato dal solo Pignatelli alla fine degli anni '80 che, per la cronaca, viene eseguito dal vivo soltanto da questa formazione. A breve la recensione del nuovo doppio live del gruppo e una interessante intervista ai tre membri non "storici" di questa impeccabile incarnazione.
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Fabio Pignatelli: basso Agostino Marangolo: batteria, percussioni Aidan Zammit: tastiere Giacomo Anselmi: chitarra Danilo Cherni: tastiere Roberta Lombardini: voce
Data: 06/03/2016 Luogo: Roma - Planet Club Genere: Progressive Rock
Setlist: 01. Killer on the train 02. Buio omega 03. Doctor Frankestein 04. Contamination 05. Book of skulls 06. La chiesa 07. Le cascate di Viridiana 08. Back in 74 09. The dawn of The Dead 10. Mad Puppet/ Death Dies 11. Mysterium 12. Forest 13. Zombi 14. Evil in the machine 15. Suspiria 16. Profondo rosso
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