Roma, 6 Luglio 2015 - Luglio Suona Bene - Cavea Auditorium Parco della Musica
Foto di Musacchio e Ianniello. Si ringrazia Musica per Roma E’ una serata davvero calda, quella appena trascorsa alla cavea dell’Auditorium, direttamente proporzionale allo splendido show che si è visto su quel palco. Michael Eugene Archer, al secolo D’Angelo, si presenta al pubblico romano in una forma micidiale. La quintessenza del neo soul, acclamata in tutto il mondo per l’originalità, potenza musicale sale poco dopo i suoi fidati The Vanguard, chitarra luccicante imbracciata, cappello bianco, cappotto ed uno stile a metà strada tra Prince e il compianto James Brown. L’inizio è esplosivo con Ain't That Easy estratta dal nuovo e strepitoso disco Black Messiah, pochi istanti ed il pubblico della platea e tribuna, scatta in piedi avvicinandosi al palco per farsi catturare dal vortice sprigionato della band. Ciò che si comprende subito è il mix di beat sanguigno, espressività vocale di D’Angelo e dei suoi coristi, ma soprattutto un grande feeling tra i musicisti, in particolare tra i due bravissimi chitarristi Jesse Johnson e Isaiah Sharkey che riescono sapientemente a completarsi nelle trame sonore. Johnson lavora maggiormente sulla ritmica ed effettistica, mentre Sharkey sugli interventi solistici di stampo blues. Pino Palladino si dimostra a suo agio nell’ensemble dei Vanguard, i suoi interventi al basso sono calibrati, com'è nel suo stile, ma allo stesso tempo incisivi dal punto di vista della ritmica. Il live si struttura su una linea continua, senza break tra un brano e l’altro ma con un’amalgama perfetta e chirurgica precisione nell’esecuzione. I Vanguard spaziano su tutti e tre i dischi del cantante statunitense, il già citato Black Messiah con le sbarazzine movenze jazzate di Betray My Heart, la rappata titletrack Brown Sugar oppure la travolgente Spanish Joint, estratta dall'ottimo Vodoo. D’Angelo è una forza della natura. Coinvolge, interagisce col pubblico correndo da una parte all’altra del palco per stringere mani alle persone sottostanti e non dando alcun segno di cedimento vocale, visto lo sforzo richiesto in brani come nella bellissima melodia di Really Love, decisamente uno dei brani migliori e affascinanti del nuovo lavoro, senza dimenticare la già citata Betray My Heart. Non tralasciamo gli ampi spazi di improvvisazione che si aprono nei vari brani come in Spanish Joint o Sugah Daddy, perché di musicisti sopraffini stiamo parlando. Non c’è solo potenza musicale nuda e cruda soul mischiata all'R&B, ma anche un sostrato solido di blues ed elementi jazzistici a dar un forte contributo jammistico all’intero live. Personalmente, colpisce moltissimo la versione live di Spanish Joint che rispetto al disco risulta molto più tirata soprattutto per quanto riguarda i passaggi ritmici assai coinvolgenti. E' sufficiente guardarsi attorno per constatare come quasi tutto il pubblico si muova a a ritmo di musica. C’è ancora tempo per un bis, si torna tutti sul palco e si tira un po’ il fiato con la raffinata R&B, Till It’s Done (Tutu) sempre estratta da Black Messiah. Siamo agli sgoccioli con la misurata vocalità di Untitled (How Does It Feel) il concerto va a conclusione, dando la possibilità ad ogni musicista di salutare con un breve intervento solista, uscendo poi lentamente di scena, fino a che D’Angelo, ultimo rimasto dietro al pianoforte, intona gli ultimi vocalizzi e saluta il pubblico romano. Il concerto dei Vanguard rimarrà sicuramente impresso nella memoria dei presenti, peccato che per una performance così unica e superlativa non ci sia stato un altrettanto pubblico numeroso in cavea. Dispiace per gli assenti, ma come si dice in questi casi, pochi ma buoni!
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Data: 06/07/2015 01. Ain't That Easy 02. Vanguard theme 03. Betray my heart 04. Spanish Joint 05. Really Love 06. The Charade 07. Brown Sugar 08. Sugah Daddy Encore:
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