Berlino, 27 Novembre 2012 - Crystal Club
Photo Courtesy: Andrew Wilburn I pionieri del garage rock arrivano a Berlino in una fredda serata di novembre. Certo non hanno bisogno di presentazioni, loro che con un sound frizzante ed esplosivo hanno influenzato tutta la musica rock a venire. Dovrebbe quindi essere una serata ricca di emozioni; ma il timore che fa capolino è quello solito, quando si va a vedere un gruppo che ha fatto la storia: a oltre 65 anni suonati, saranno in grado di effettuare una prestazione di alto livello che non deluda le aspettative, o saranno piuttosto l'ombra di se stessi, impegnati a racimolare il grano per una terza età senza pensieri? Per l'occasione, lo stesso locale che aveva ospitato pochi giorni fa il concerto degli Stick Men, il Crystal Club, decide di mettere a disposizione la sua sala grande; certo, non ci si aspetti la mitica "Sala Grande del Palace Hotel" di bluesbrotheriana memoria, dato che la capienza è di poco meno di 300 persone. Al mio arrivo, la sala è mezza vuota, e devo attendere l'esibizione di due gruppi spalla (non male entrambi) prima dell'arrivo dei nostri. La scenografia è praticamente nulla, ma in compenso il pubblico è piuttosto giovanile, eccezion fatta per qualche signore che si aggira tra la folla. In particolare attira la mia attenzione un uomo sulla sessantina con capello lungo bianco e fascia a cingergli la fronte, con moglie al seguito, entrambi con l'aria da figli dei fiori. Quando i nostri, su una canzone di Frank Zappa, arrivano sul palco, in formazione originale eccezion fatta per Ricky Johnson alla batteria a sostituire Bob Bennett e Freddy Dennis al basso al posto di Andy Parypa, non si può dire di vederli in particolare forma: imbolsiti, appesantiti e senza il carisma che un tempo probabilmente avevano. Ma questo era prevedibile. Il live poggia per la maggior parte sui pezzi dei primi due album, Here Are The Sonics e Boom, tirandone fuori tra le altre le classiche "Psycho", "Money" e "The Witch". Da dire che in alcuni casi i ritmi originali sono più rallentati, e che Jerry Roslie non ha più fiato per garantire la tenuta su di un concerto intero. Per fortuna, alla voce si alterna con il bassista Freddie Dennis, sicuramente più affidabile. Nonostante, quindi, il suddetto bassista non riesca proprio a tenere in posizione verticale il suo strumento (la sua smisurata pancia non lo permette), gli altri membri fanno ciò che devono senza pecche, e, quando vengono sfoderati i classici, beh, non posso far altro che farmi trascinare dal ritmo e togliermi il cappello, perchè, nonostante tutto, I Sonics sono ancora in grado di coinvolgere e far ballare. A riprova di ciò, dopo la cover di Neil Young "Rockin' In The Free World" e i saluti finali, con i cinque vestiti in completo nero, il mio occhio si posa sul signore col capello lungo bianco e fascia sulla fronte, in realtà senza la moglie, dedito per tutta la durata del concerto a danze sfrenate, in compagnia di almeno quattro giovani ragazze conosciute sul momento. Già, la magia dei Sonics non si è affatto affievolita!
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Gerry Roslie: Organo, pianoforte, voce Data: 27/11/2012 Setlist:
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