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Il “tour dei Balcani” dei Samael, dopo aver fatto tappa solo qualche settimana fa a Milano (anche se a dire il vero, la manifestazione li è stata soprannominata Winterfest), giunge a Prato forte dei grandi consensi di pubblico e critica, accompagnati dai blacksters norvegesi Keep Of Kalessin e dagli sloveni Noctiferia, più inclini a sonorità Death’n’Black. La serata inizia, musicalmente parlando, proprio con quest’ultimi, che salgono sul palco poco più tardi delle 21 esibendosi cosi davanti ed un esiguo e poco attento pubblico. Peccato, perché pur non essendo particolarmente originali come sound e tematiche (satanismo ed esoterismo i temi più trattati nei loro testi), in poco più 30 minuti sono stati capaci di imbastire un concerto molto diretto e pratico, pescando quasi esclusivamente pezzi da Slovenka Morbida, album recentemente ristampato e che gli ha dato modo di farsi conoscere ad un pubblico anche abbastanza vasto non solo nell’Est europeo. Quando arriva il momento dei Keep Of Kalessin, la sala concerti del Siddharta Club è già quasi colma, la gente meno distratta e l’atmosfera più elettrizzante. La band di Thebon arriva cosi in Italia per presentare il recente Kolossus, facendolo nei migliori dei modi: infatti tra i pezzi riproposti più acclamati ci sono “Ascendant” e la title track del disco, senza dimenticare il glorioso passato con “Crown Of The Kings” e “Into The Fire”. Terminato il loro spettacolo (meno di 50 minuti) sotto l’approvazione generica per la grande professionalità profusa, si riaccendono le luci, sul palco salgono i tecnici per ritoccare l’impianto luci e posizionare bene lo schermo dietro le percussioni. Segno che ci siamo quasi, l’esibizione dei Samael è alle porte.
Keep of Kalessin
Ed infatti, poco più tardi delle 23, accolti dal quasi tutto esaurito entra velocemente per dirigersi dietro la sua tastiera Xy, seguito in rapida successione da Mas e Makro, che si posizionano ai limiti del palco. Si attacca subito forte con “Solar Soul”, title track dell’ultimo disco e dopo pochi secondi, giusto in tempo per sciorinare i primi versi al microfono entra anche Vorph, completo nero e chitarra al collo. Lo schermo proietta immagini di vario tipo, perlopiù di tipo “spaziale” mentre l’impianto luci e dominato dal rosso e dal blu elettrico, che alternandosi illuminano i volti dei membri del gruppo. La tracklist, concede poco al passato recente per spostarsi più alle grandi hit tratte da Passage del 1996, riconosciuto tutt’oggi come il miglior lavoro della band elvetica.
Arrivano cosi in rapida successione “Rain”, forte dell’ipnotico riff di chitarra e la più lisergica “Ceremony Of Opposities”. Vorph inizialmente pare avere qualche problema con la voce, tant’è che spesso è sovrastata dalle cascate di tastiere di Xy (problemi risolti nel giro di pochi pezzi), mentre è perfettamente limpido il muro sonoro imbastito dal basso carico di groove di Mas, sempre sorridente e pronto ad interagire col pubblico parlandogli alla fine di ogni pezzo. Tra le canzoni più acclamate vanno segnalate “Reign Of Light”, “Into The Pentagram” (estratta dal disco di esordio Workship Him del 1990), con proiettata l’immagine di un pentacolo attorniato dalle fiamme e “Infra Galaxia”.
Samael
Vorph: Voce e chitarra
Makro: Chitarra solista
Mas: Basso
Xy: Programming, tastiere e percussioni
Keep of Kalessin
Thebon: Voce
Obsidian C.: Chitarra, synth e cori
Wizziac: Basso
Vyl: Batteria
Noctiferia
Gianni Poposki: Voce e percussioni
Igor Nardin: Chitarra, programming e tastier
Uros Lipovec: Basso
Mathias Gergeta: Batteria e percussioni
Data: 07/02/2009
Luogo: Prato - Siddharta Club
Genere: Industrial/Black Metal
Setlist:
(non in ordine di esecuzione)
Solar Soul
Black Trip
Baphomet's Throne
Ceremony Of Opposites
Rebellion
Rain
Shining Kingdom
Jupiterian Vibe
The Ones Who Came Before
My Savior
Year Zero
Infra Galaxia
Reign Of Light
Valkiries New Ride
On The Rise
Slavocracy