Servizio fotografico a cura di Scattidiluce
“Sempre Nomadi”, uno slogan pronunciato all’unisono da un ragazzino dodicenne al suo primo concerto e dalla signora Iole, 103 anni d’età seduta in prima fila, e immediatamente quelle parole smettono di essere solo un suono e diventano storia. Non semplice da farsene carico. Perché dietro alle battute e ai dialoghi fra la band e il pubblico in sala ad ogni fine pezzo, dietro allo scartare sistematicamente ogni regalo posato sul fronte del palco, dietro ad ogni striscione e bandiera della pace mostrato a braccia aperte al pubblico, c’è una realtà che risale il tempo fino dal 1963, fatta non solo di musica ma di vita vissuta, talvolta, come spesso accade, caratterizzata da momenti difficili da superare e che inevitabilmente la loro musica riflette e “scarica” anche nell'animo di chiunque stia ascoltando.
Beppe Carletti nel 1963 era presente come lo era il 15 novembre 2011 a Firenze.
E gli altri componenti? Pur essendosi avvicendati nel tempo, le canzoni de I Nomadi hanno il potere di far sentire loro come se avessero fatto parte del gruppo da sempre, da quel profondo ’60 di 48 anni fa, e noi con loro. Questo è il “potere” de I Nomadi, non si rimane Nomadi per così tanto tempo solo per qualche tipo di fortuna o caso, e non si diventa Nomadi per “anzianità”, ma caricandosi addosso le loro canzoni. E’ questo che ci chiedono, farsi carico dei loro brani e quindi della vita della band, senza confine di età, di ideologia, di esperienze.
L’attuale formazione suona insieme da 13 anni, ma è doveroso ricordare, nel bene e nel male, il 1992 che ha visto mancare l’amatissimo Augusto Daolio e Dante Pregreffi, sicuramente il momento più doloso della storia del gruppo che però ha saputo ritrovare, anche grazie ai suoi fans, la voglia ed anche il coraggio, non solo di continuare, ma di moltiplicare gli sforzi, sviluppando anche iniziative di solidarietà a Cuba, in Cile e in Cambogia in favore dei bambini vittime delle mine antiuomo.
Siamo ancora nel solco della continuità con i brani precedenti e lo stile della band, uno stile schietto, diretto, che deve arrivare subito, sia nei testi che nella musica.
Due frasi prese dal brano: “I tuoi occhi, le mani e soprattutto il pensiero, che ho tanto amato…”, e soprattutto ”Toccami il cuore e senti com’è vivo…” la frase non ha bisogno di spiegazioni, ma l’invito è ad ascoltare il tono del canto di Danilo Sacco mentre pronuncia queste parole, letteralmente scagliate addosso all’ascoltatore con un’energia raramente avvertibile fra le canzoni di musica leggera. Una totale dichiarazione d’amore per la vita, nonostante tutto quello che sia successo ed una sfida diretta anche a tutto quello che il futuro porterà perché lo hanno dimostrato i fans a Firenze, ci sarà comunque qualcuno a gridare: “Sempre Nomadi”.
Beppe Carletti: Tastiere
Danilo Sacco: Voce, chitarra
Cico Falzone: Chitarra
Daniele Campani: Batteria
Massimo Vecchi: Basso, voce
Sergio Reggioli: Violino
Data: 15/11/2011
Luogo: Firenze - Teatro Obihall
Genere: Pop Rock