Questa volta i trevigiani Novalisi hanno puntato tutto sul cuore e su poche altre malizie strategiche per realizzare il loro ultimo e.p. intitolato Quando mi chiedono dove sei. Cinque brani calzati a pennello con una progettualità scevra da tattiche; un disco che sperimenta un nuovo metodo di lavoro utilizzando semplici supporti come I-Pad e I-Phone che vanno a confluire nel banco-regia. Il sound derivato non fa gridare al miracolo, però incarna il desiderio di conservare le intense sensazioni vissute con tale operatività ed in assoluta assenza di pressioni esterne. Per veicolare l’insieme hanno chiamato subito un “Taxi” (questo è il singolo scelto), che parte spedito verso strade di alt-rock lineari asfaltate con oscuri commenti chitarristici. “Torno da me” è il nucleo tematico dell’opera, il brano evidenzia l’importanza di ritrovarsi dopo lo smarrimento totale all’indomani di una separazione: qui, infatti, ci si immerge in abissi sonori che delineano tramonti sensoriali, descritti col giusto pathos. In “Volta stomaco” si avverte la spiccata voglia del combo di osare nuovi suoni e creare un mantra doloroso e delirante (di fatto, con i suoi aspetti ipnotici, questo è l’episodio più catartico dell’album). Se in ballo c’è una “Gara”, i ragazzi la fanno con sé stessi, con percussività alle stelle e vocalità passionale, implorante di soluzioni benefiche per ridare luce all’anima ferita. Per restare in tema, si fa notare come l’inizio di “Lieto fine” sia una tagliola impazzita di stop e controtempi, che sa virare su galassie gustose di post-rock. Al terzo disco, i Novalisi hanno messo a fuoco il loro stile con una cinquina dal sapore spiccatamente empatico che arriva con maggior immediatezza al cuore della gente. I quattro musicisti sono consapevoli che, talvolta, senza diavolerie particolari, si possono svelare panorami diversi e più soddisfacenti, e questo, in parole povere, vuol dire: "missione compiuta". |
Davide Lisotto: Voce e chitarra Anno: 2017
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