Pochi accordi ripetuti dall’inizio alla fine di ogni brano, ritmiche cadenzate senza pretese, eppure accattivanti e ipnotiche. Questa è la musica degli Oil, un genere difficilmente inquadrabile, ma comunque appartenente ad uno dei sottogeneri del rock. Sulla base di quelle che sono le sue peculiarità tecniche, le atmosfere evocative, le sonorità, le strutture e le metriche compositive, lo stile portante potrebbe essere quasi definito come acid-psychedelic-rock, quello di cui Syd Barrett è stato, coscientemente ma forse ancor di più involontariamente, uno dei principali rappresentanti. Già fattisi conoscere nel 2011 con un album intitolato “Upstairs”, con questo EP la band laziale rafforza ancor di più la propria identità indipendente, fuori da ogni schema e da ogni influenza moderna. Poco più di venti minuti per lasciarsi trasportare da una musica semplice ma gratificante, riflessiva ma allo stesso tempo rilassante. Se non ci fossero gruppi come gli Oil, bisognerebbe inventarli. |
Federico Pozzi: voce, basso Anno: 2016 |