Vecchia conoscenza del panorama prog italiano, i Goad si ripropongono con il nuovo lavoro in studio tenendo fede alla indole prog in stile anni ’70 che fino ad oggi li ha contraddistinti. In tutto e per tutto l’album è infatti riconducibile alle tendenze in voga in quegli anni (Genesis, King Crimson, Caravan, etc) e privo di contaminazioni evolutive riscontrabili nei complessi prog dei giorni nostri. In tinta con la suggestiva copertina, completamente grigiastra, che ritrae una tetra palude abitata eteree figure femminili, la musica proposta è però troppo uniformemente malinconica e melodicamente nostalgica. Dal punto di vista strumentale infatti i ritmi e le sonorità sono piuttosto cadenzati e per lo più “mono toni”, come pure la parte vocale ad opera di Maurilio Rossi, la cui sforzata timbrica non si presta molto ad esecuzioni, non dico movimentate, ma quantomeno leggermente più variegate. Ciò nonostante l’opera è comunque un buon prodotto e degna di interesse, e dall’ascolto emergono le ottime capacità tecniche degli esecutori, ma al contempo ci si rende conto che si sarebbe potuto ottenere molto di più grazie ad una più maggiore diversificazione ritmica e stilistica in fase compositiva. Di pregio sono comunque gli inserimenti strumentali di flauto e violino ad opera di Alessandro Bruno, che vanno ad arricchire il comparto delle collaborazioni tra le quali figurano Silvana Aliotta (Circus 2000), Guido Wasserman (Alphataurus) e Martin Grice (Delirium). Un prodotto quindi questo destinato agli amanti del prog melodico e poco pretenzioso, che prediligono atmosfere meste e riflessive.
Anno: 2016
Tracklist 01. EXCEPT HATE
MAURILIO ROSSI: Vocals, Bass keyboards, Electric Nylon Guitars Guests: |