Sarà per effetto della globalizzazione, ma negli ultimi anni i chitarristi italiani stanno dando prova di grande spessore tecnico al livello dei più blasonati artisti internazionali anche se, ad onor del vero, nella storia della musica sono sempre stati in primo piano tantissimi nomi di origine italiana, come Zappa, Vai, Satriani, Petrucci, Di Meola, Tremonti, Gambale, Masi, per non parlare degli altri strumentisti o delle altre forme d’arte, per effetto delle quali la lista si allungherebbe a dismisura. Non da meno sta dimostrando di essere Sebastiano Conti che con il suo progetto musicale, denominato non a caso Bastian, giunge con “Rock of Daedalus” al suo secondo lavoro in studio, accompagnato da un organico che fa onore proprio alla internazionale italianità di cui sopra. Tra le fila della band trovano infatti posto, oltre che lo stesso Conti e il nostrano Corrado Giardina, anche i due italo-americani Michael Vescera alla voce, tra le cui partecipazioni vale la pena annoverare quelle con Malmsteen e con gli Obsession, e John Macaluso alla batteria, grande protagonista della formazione Ark con Jorn Lande e indimenticabile per le sue collaborazioni con Alex Masi. “Rock of Daedalus” è quindi un album all’insegna della migliore tradizione hard rock anni ’80, dove Conti da sfoggio delle sue ottime qualità compositive ed esecutive, e dove i gregari fanno il loro sporco lavoro senza peccare di protagonismo. Lo stesso Macaluso, dotato di notevoli capacità tecniche (non a caso è stato chiamato a sostituire Jason Rullo in tour con i Symphony X), non si diletta in questo caso in eccessivi virtuosismi, seppur fornendo un valido supporto ritmico di tutto rispetto. Anche Vescera non si risparmia e si concede in tutta la sua estensione vocale, abbastanza pronunciata sulle alte tonalità, requisito imprescindibile per chi proviene dalla scuola del rock di fine anni ’70. Una nota finale va dedicata alla liriche, per la stesura delle quali, come è spesso solito fare Lucassen, anche Conti si è ispirato a personaggi o ambientazioni che hanno lasciato il segno nell’immaginario collettivo, tra i quali lo stesso Dedalo da cui trae il nome l’album, “Il pifferaio magico”, Frazier “Smokin” Joe, Terminator, Woodstock, o addirittura un tale di nome Vladimiro di stokeriana memoria, fino ad arrivare ad omaggiare il robot nipponico dal cuore d’acciaio noto tra gli amanti dei cartoni animati degli anni ’70 come Geeg. Un solido album hard rock quindi di ottima fattura, ideale per tutti gli amanti della tradizione.
Tracklist
Sebastiano Conti: Guitar |