Come preannunciato da alcuni mesi, alla fine di Agosto 2018 ha visto la luce Unattended Luggage di Nick Mason, che non è altro che un cofanetto contenente i tre album da solista dell’oramai ex batterista dei Pink Floyd. Il primo, come dichiarato dallo stesso Mason, sebbene sia stato pubblicato a suo nome per ovvie motivazioni commerciali, fu interamente composto da Carla Bley, mentre gli altri due furono pubblicati a nome Mason+Fenn. In occasione di questa ri-pubblicazione, le incisioni sono state rimasterizzate e presentate in un cofanetto cartonato dotato di una accattivante veste grafica, dove una serie di bacchette poste a ventaglio spiccano su un cielo ambrato e celeste che fa da sfondo. Il cofanetto non è di quelli infila/sfila ma di quelli che si aprono tipo scatola delle scarpe, con il coperchio fissato lungo un lato. All’interno sono contenute le custodie dei singoli album, costituite da foderine cartonate e plastificate simil-vinile, nude e crude, prive di libretti di accompagnamento, ma adornate con gli artwork originali e corredate sul retro di tutte le informazioni tecniche principali, ivi inclusi i musicisti partecipanti. I supporti audio sono poi verniciati come i loghi dei vinili originali. In Fictitious sport, oltre che Mason e Bley (della quale ricordiamo l’appartenenza al mondo Jazz), compaiono anche Steve Swallow (altro famoso jazzista) e Robert Wyatt (noto anche quale membro dei Soft Machine). Il risultato è stata una incisione in bilico tra la fusion, la psichedelia e lontanamente anche il rock, dove fanno capolino anche alcuni passaggi jazz ad opera dei fiati molto predominanti in tutta l’incisione. Profiles è invece di tutt’altro genere. Contaminato dalle sonorità elettroniche tipiche degli anni ‘80, Mason e Fenn sfruttano a più riprese le pacchianerie offerte dai syntetizzatori dell’epoca, pur conservando la manualità delle esecuzioni. L’album è quindi un rock a volte quasi prog, prevalentemente strumentale, dove sono presenti solo alcune sporadiche incursioni vocali, tra cui quella di David Gilmour in Lie for a lie. Degna di menzione è anche la prestigiosa presenza di Mel Collins ai fiati. White of the eye, nato come colonna sonora cinematografica, va sulla falsa riga di Profiles, seppur privo di parti vocali, ed è più assimilabile a una fusion rockeggiante strumentale, con alcune incursioni nella musica ambient, nel blues e anche nel country. Anche in questo caso sono presenti sonorità elettroniche, seppur mai lasciate a se stesse. L’album è inoltre privo di collaborazioni esterne e le composizioni vengono interamente accreditate a nome dei due musicisti. Sia in Profiles che in White of the eye, il lavoro di Fenn è comunque notevole e Mason, con il suo fare sornione, non presta solo il nome alle incisioni, ma fornisce un valido supporto ritmico che si adatta bene alle varie situazioni. Questo cofanetto è quindi sicuramente consigliato ai completisti floydiani e comunque per nulla da sottovalutare anche per chi non ha il sangue rosa. Per chi volesse vedere dal vivo Mason, ricordiamo infine che in questo periodo, con un tempismo perfetto che odora di strategia commerciale da un anno luce, è in tour con la sua recentissima ed estemporanea band il cui nome A saucerful of secrets è tutto un programma. |
Anno: 2018 (1981-1985-1987) Nick Mason’s Fictitious Sports 1. Can’t Get My Motor to Start Nick Mason – drums, percussion, co-producer, assistant recording engineer Profiles 1. Malta Nick Mason — drums, keyboards, percussion, composing White of the Eye 1. Goldwaters Nick Mason — drums, keyboards, percussion, composing
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