Dopo il debut album pragmaticamente intitolato Il Debutto, tornano in scena gli umbri Colore Perfetto, con la loro seconda opera dal titolo L'illusione del controllo, uscito nei primi giorni di febbraio per la Libellula Music.
Il disco è una sorta di concept album sul rapporto, non necessariamente quello classico tra uomo e donna, ma anche quello tra persone dello stesso sesso, toccando temi come l'amicizia, la famiglia, il lavoro e altro, per una sorta di seduta terapeutica nella quale il terzetto di Perugia sembra quasi volersi liberare dei propri demoni interni. Musicalmente i binari percorsi sono quelli dell'esordio, una sorta di rock cantautorale levigato e spesso sussurrato (come nel caso dell'opener "Brucia") senza a dire il vero, nessun picco creativo particolare, riuscendo però lo stesso a confezionare un lavoro sincero ed onesto con qualche canzone davvero riuscita. Scisma, Baustelle ma sopratutto Paolo Benvegnù compongono la somma stilistica dei Colore Perfetto, ben sintetizzata in episodi come "Impercettibile" e la cupa "Come un'ombra", che flirta anche con la lentezza esecutiva del post rock, ma quando è la rabbia garage ad emergere con in "Cagna Fedele" che il tutto viene focalizzato al meglio. Altri episodi degni di nota sono sicuramente "Un Istante" e la strumentale e conclusiva "9 A.M., della durata di quasi 10 minuti ma che ci mostra un combo capace di suonare brani tesi e rarefatti di grande fascino. Sostanzialmente L'illusione del controllo è un album altalenante e discontinuo, dove lo scarto tra buono e meno buono è ancora ampio ma che dona all'ascoltatore qualche guizzo interessante, sopratutto quando i volumi delle chitarre si alzano e la proposta diventa più aggressiva. Nella speranza che in futuro la band umbra focalizzi al meglio il nostro sound, noi con la stessa sincerità la promuoviamo, anche se col minimo sindacale. 62/100
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David Pollini: Voce e basso Anno: 2011 Sul web: |