Si respira aria internazionale nel nuovo lavoro dei The Step, combo italiano ma stanziato, da tempo, in terra d’Albione con spiccata disinvoltura. Il primo full-lenght non tradisce le attese, a tre anni dall’e.p. di debutto che riscosse notevoli apprezzamenti in varie nazione del globo. Il fondatore Stefano Donato avvertiva che, per evolvere, doveva dare al nuovo disco un’impronta ancora più forte e poco italica, per confermare quanto di buono si era detto sul loro conto. Ne scaturisce No war to win: 11 brani che sorprendono per classe e ricchezza di suoni intarsiati ad arte. Logico che, incrociare presenze come Noel Gallagher and brother, gli abbia dato il guizzo determinante per non deludere le attese e curare le sessions con tanto lavoro alle spalle. Già si avverte l’internazionalità nel singolo d’apertura “Human machines” e in “How the hell”, con andamento tipicamente british e refrain tanto centrati quanto eleganti. Con “Out of control” si decelera leggermente a vantaggio di bassi più autoritari e maggior percussività e lasciando ampi sfoghi alla chitarra del pregevole Oliviero Fella. Il paio che segue: “Two idiots” e “Mess panther” piacerebbero senz’altro agli Arctic Monkeys, con il loro tipico dinoccolare ritmico. Mentre, “Stay awake” trasmette charme a iosa e non inciampa mai nella banalità. Si sente che stazionare a Londra è tutta salute e se poi trai spunto non solo dagli Oasis ma, chiaramente, anche dagli Stereophonics allora progettare la magia di “Something more” è un gioco da ragazzi. Infine, col supporto dei loro seguaci sui social, cosa si inventano i The Step? Semplice: affidano loro di scrivere la lirica di “Connection” per chiudere il lavoro alla grande, con una semi-ballad profonda e di sostanza, con vocalità passionale. È bene ribadire che No war to win convincerà persino le orecchie più esigenti e snob, in quanto sarà difficile non riconoscergli la smisurata cura dei suoni e la carismatica esecuzione. Non c’è “nessuna guerra da vincere”: l’unico conflitto da perseguire sarà con se stessi al prossimo ..step, per continuare a stupire e dare un degno seguito a questo disco di raro spessore. Anno: 2017
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