Sono stato quindi felice di avere tra le mani questo suo primo EP con quattro brani inediti e due cover, tra le quali la tanto attesa (e giù presentata durante il talent) “Impressioni di settembre” della PFM.

Il disco si presenta curato nel suono e nelle registrazioni, ovviamente cantato benissimo ed arrangiato e suonato altrettanto bene; un hard rock classico con una ritmica in 4/4 che non lascia dubbi sui gusti e sulle radici di Giacomo: i Deep Purple, gli Who, i Dream Theater …. una musica quindi che per che ti fa sentire bene perché ti ricorda luoghi noti, già visitati (per chi come me ha vissuto gli anni ’70).

Il primo brano, “Il vento canterà”, ci porta immediatamente in una trascinante corsa dove voce e strumenti collaborano per sfogare la rabbia di Giacomo contro chi ha tanto promesso senza poi mantenere. Sulla stessa scia rock il terzo brano, “Il capitale”, contraddistinto da una ritmica energica, quasi fisica, con qualche debito verso i Litfiba del vecchio coach Piero Pelù.

La “Fenice”, secondo brano del disco, ci riporta invece alle sonorità del post-rock dei Muse e dei primi Doves. Bella e raffinatissima la breve chiusura di chitarra e voce, quasi a cadenzare la progressione verso gli acuti finali del omento della rinascita. Piacevole infine la ballad che conclude gli inediti dell’EP, raffinata ed elegante nonché supportata da un testo intimista che parla di amicizia e speranza.

Di “Impressioni di Settembre” aggiungo solo che la PFM dovrebbe fare un pensierino a Giacomo come front man (se non fosse che sta iniziando una collaborazione con l’altra storica band progressive Banco del Mutuo Soccorso) ma quello che sorprende di più è l’ultima cover da Winwood, “Can’t find way home: una elegantissima versione della ballad rock giocata sul duetto voce e chitarre che dimostra come Giacomo sappia non solo arrivare ad acuti vertiginosi ma anche calibrare l’interpretazione. Splendida …

Interessante la scelta di cantare in italiano, è come sentire Ian Gillan Ted Neely Roger Daltrey e compagnia nella nostra lingua e la soluzione risulta efficace facendole superare gli stretti confini dell’operistica e del POP melodico. Pochi cantanti possono dire di aver cantato rock in italiano con efficacia, perché oltre al timbro ed alla potenza occorre avere il ritmo vocale: penso a Francesco Di Giacomo, Demetrio Stratos, Bernardo Lanzetti…. ed ora Giacomo Voli allunga la scarna lista.

Siamo alle conclusioni. Disco bello, con qualche disomogeneità di stile che indica forse una strada ancora da individuare completamente, come peraltro suggerisce l’intensità con cui è interpretata “Can’t find way home” / “Non riesco a trovare la via di casa”, ma che è un primo tassello importante per costruirne una nuova “in classe A”.

La potenza non è nulla senza controllo, e Giacomo li ha entrambi.

Voto: 80/100

Giacomo Voli: Voce e arrangiamento cori, direttore artistico
Mattia Rubizzi: Tastiere e arrangiamento, mixing e mastering
Demis Castellari: Batteria e arrangiamento
Riccardo Bacchi: Chitarra elettrica ed acustica, arrangiamento
Federico Festa: Basso e arrangiamento

Anno: 2015
Label: Autoprodotto/Atomic Stuff
Genere: Hard Rock

Tracklist:
01. Il vento cambierà
02. La fenice
03. Un capitale
04. Ridi nel tuo caffè
05. Impressioni di settembre
06. Can’t find my way home