Home Recensioni Album RanestRane - Apocalypse Now

RanestRane
Apocalypse Now

La band RaneStrane nasce nel 1998 con una idea semplice in testa ma allo stesso tempo sfidante: quella di costruire i propri dischi prendendo opere cinematografiche (film) e trasformandole in opere rock riscrivendone l’aspetto figurativo e la sceneggiatura e sottolineando i vari momenti salienti della trama con la musica secondo le proprie sensazioni ed emozioni.

L’esperimento si è spinto anche oltre in quanto, spesso, le RaneSTrane hanno scelto di cambiare in qualche modo le sequenze della trama cinematografica per raggiungere in modo più diretto certe emozioni nonostante la ristrettezza di tempo rispetto il tempo a disposizione degli autori originali nella pellicola.
Negli anni si sono quindi succeduti gli album “Nosferatu”, “Shining”, “Odissea Nello Spazio”, “The Wall” ed ora ecco “Apocalypse Now”, tematica molto attuale visto lo scoppio della guerra tra Russia ed Ucraina che per molti aspetti ha delle caratteristiche simili alla guerra mai dimenticata del Vietnam in cui non ci sono stati vinti e vincitori ma solo macerie.
L’opera rock delle RaneStrane è stata comunque concepita prima di questo evento con lo scopo di creare un concept album dove discutere ed indagare sulla lotta quotidiana tra bene e male e sulla capacità dell’uomo di saper riconoscere e decidere dove stare. Senza dimenticare anche l’origine di tutto: il romanzo di Conrad “Cuore di Tenebra”, che ha anche ispirato il film, che analizza quanto sia esile la distanza tra i popoli cosiddetti civilizzati ed i “selvaggi” e di conseguenza quanto siano esili le ragioni del razzismo (se mai le avesse).
Le tematiche sono sviscerate con nove brani in una successione di atmosfere aggressive al punto giusto ma allo stesso tempo, spesso, introspettive. Si parte con “Saigon” dal suono campionato e metallico che utilizza dei “battiti” - per richiamare la scena degli elicotteri – per poi proporre una chitarra “pendragoniana” che ricerca un’atmosfera epica sulla ritmica della batteria. Interessante la melodia circolare (incipit – melodia – strofa – melodia – strofa…) che si presenta sempre con caratterizzazioni diverse in un continuo crescendo.
Poi arriva “Cuore di Tenebra pt.1” con una vena che rasenta il pop di Gabbani e la dolce ballad “Dossier”, in arte recitata in inglese. Subito appresso “Napalm”, uno dei pezzi più riusciti, vera e propria suite di 20 minuti ben costruita e mai noiosa. Racconta del Colonnello Kilgore per provare a destabilizzare la certezza che si possa combattere una guerra rimanendo dalla parte “giusta”.
Subito di seguito la bella “Playmate” (il brano che preferisco), sei minuti di rock adrenalinico con tante idee e sviluppi melodico-ritmici. Per finire “The Eden Cries”, “Cuore di Tenebra pt.2”, "The Horror" e "Un Nuovo Dio"  che chiudono un album che si è rivelato una sorpresa.
Ottima la band, un quartetto composto dalla robusta sezione ritmica di Daniele Pomo alla batteria (oltre che voce della band) e Maurizio Meo al pirotecnico basso, arricchita dalla precisa ed evocativa chitarra di Massimo Pomo e dalle precise ed efficaci le tastiere di Riccardo Romano.
Ci sono ancora alcune cose da perfezionare (la voce ad esempio) ma nel complesso un’ottima prova di una band che, pur non rinunciando alle proprie solide influenze di band storiche come PFM, BMS, Pendragon e Marillion, riesce a non compiere solo imitazione ma ad avere una voce propria. Bravi.



Maurizio Meo - basso elettrico
Daniele Pomo - Batteria, Percussioni, Flauto e Voce
Massimo Pomo - Chitarra
Riccardo Romano - Tastiere, Harmonium, Voce (back)

Anno: 2022
Label: Ma.Ra.Cash Records
Genere: Prog Rock, Pop Rock

Tracklist:

01. Saigon 7:03
02. Cuore di Tenebra pt.1 3:58
03. Dossier 1:56
04. Napalm 20:12
05. Playmate 6:21
06: The Eden Cries 10:37
07. Cuore di Tenebra pt.2 4:33
08. The Horror 16:21
09. Un Nuovo Dio 6:52




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