
Nel 2018, a quasi vent’anni dalla sua uscita, il disco dei Radiohead “Amnesiac” rimane un caposaldo, assieme al precedente “Kid A”, della vena sperimentale e intimista intrapresa dalla band dopo il fortunato e più immediato “OK Computer”.
Questo suo carattere alienante ha offerto l’occasione agli Echo Collective, ensemble belga che naviga tra i canoni della musica classica e le sue derive contemporanee più libere e spaziose, per una reinterpretazione che riesce a dare nuova vita ai brani mantenendo però intatta la loro atmosfera malinconica e introspettiva. “Plays Amnesiac” ci introduce in un'esperienza sinfonica profondamente emotiva che trasforma lo spirito oscuro dell’originale attraverso trame ed arrangiamenti orchestrali che plasticamente uniscono la sensibilità classica e quella post-rock. Protagonisti sono gli archi, i fiati, le percussioni che mettono in dialogo la struttura compositiva dei Radiohead con la personale interpretazione degli Echo Collective verso una nuova dimensione sonora ricca di sfumature interessanti. Anche la mancanza di una voce a dettare melodie - il disco è strumentale -, ruolo fondamentale di Thom Yorke nell’originale, è ben supplita dai fiati dell’ensamble. L’album risulta omogeneo quanto ad approccio filologico e qualità delle tracce ma non si possono non sottolineare alcuni brani che mi hanno colpito, su tutti la malinconica ed ipnotica “Pyramid song” riesce ad espandere e contrarre il tempo in modo quasi cinematografico, con un uso sapiente ed alternato di silenzi in cui le note poi si insinuano e “Packt Like Sardines in a Crushed Tin Box“ resa brillante e ritmica a mitigare la paranoia dell’originale. Molto interessante anche il brano conclusivo “Life in a Glasshouse” caratterizzato da una spruzzata di Jazz e dai fiati che creano una chiusura elegante e malinconica. “Plays Amnesiac” è quindi un’opera assolutamente autonoma pur se rispettosa degli edifici sonori dei Radiohead. Gli Echo Collective dimostrano di conoscere e aver studiato profondamente – oltre che capito – il materiale di partenza e da lì spiccano il volo verso una sua rielaborazione, espansione, trasformazione lontanissima da una semplice cover. Per questo l’album può piacere sia ai cultori della musica classica moderna sia ai fan dei Radiohead, ma anche a tutti coloro che amano orchestrazioni raffinate e contaminazioni ardite che portano a stimoli complessi. In definitiva, siamo di fronte a una vera e propria rilettura artistica che celebra la difficile profondità e la bellezza della musica dei Radiohead, proiettandola in un contesto nuovo e affascinante.
|
|

ECHO COLLECTIVE Plays Amnesiac
Margaret Hermant: violin/harp Neil Leiter: viola Charlotte Danhier: cello Gary De Cart: piano Hélène Elst: bassoon/contra-bassoon Yann Lecollaire: clarine, bass clarinet, baritone sax Antoine Dandoy: percussion
Pubblicazione: 2018 Label: 7K! Records Genere: neo-classical, post classical
tracklist
1. Packt like sardines in a crushed tin box 2. Pyramid song 3. You and whose army? 4. I might be wrong 5. Knives out 6. Morning bell / Amnesiac 7. Dollars & cents 8. Hunting bears - Like spining plates 9. Life in a glasshouse

|