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Lost Moon
King Of Dogs

Uno dei colpi di coda di questo 2007 musicale agli sgoccioli è rappresentato dai campani Lost Moon, finalmente arrivati a pubblicare un album segnato da una lunga gestazione dopo aver lasciato a bocca aperta molti addetti ai lavori con il primo disco omonimo e autoprodotto nel 2001.  La band capitanata da Stefano Paolucci presenta una delle migliori sezioni ritmiche nostrane, grazie alla grande coesione delle linee di basso con le sfuriate batteristiche arricchite dalle percussioni di Francesco Panarese, per un tributo tribale allo stoner più radicale misto ad un metal cupo ed aggressivo.

Già “Storm” da la possibilità di capire la direzione intrapresa dai Lost Moon, con il rifferama maturato da Stefano che si presenta anche vocalmente migliorato rispetto al debutto. “Flying With…” è invece un blues intriso di hard rock dove spicca un assolo di chitarra a metà pezzo tanto lungo quanto notevole e dove nei solchi emerge anche una certa passione per sonorità più sabbattiane. Gli 8 minuti abbondanti dell’ipnotica “Going To Neptune” sono un trip continuo tra slanci psichedelici e liquide dilatazioni sonore degne dei Monster Magnet di Tab…25 (non a caso una delle band più amate dai 4 beneventani); “Return To…” si presenta invece come una sorta di spartiacque acustico, intriso di tribalismi vari e con una prestazione vocale calda e passionale esaltata da una produzione attenta ed efficacissima, che dona una grande internazionalità a tutto il prodotto risultando mai troppo pomposa o patinata.
Floating High” è una ninna nanna con archi sintetici molto rilassata e delicata; non proprio il miglior episodio del lotto, dove l’acidità e la propensione alla ruvidità la fanno da padrone, ma i suoi 5 minuti scarsi possono essere anche letti (visto che è esattamente situata nella parte centrale della raccolta) come attimi di respiro, dopo aver lottato col muro sonoro granitico fino ad allora imbastito.
Non a caso, le tracce che compongono la seconda parte riprendono il discorso interrotto solo due pezzi prima: con “Nature In Black” che avanza cupo e pulsante, con un duello esaltante tra basso, batteria e percussioni che denotano anche una certa tecnica oltre che ad uno stile compositivo abbastanza unico nel panorama italiano e la title track, una cavalcata travolgente che non offre momenti di tregua lungo i 6 minuti della sua durata.

In conclusione, questo King Of Dogs è un ventaglio completamente aperto su tutte le sfaccettature del rock: dallo stoner di chiaro stampo californiano e desertico, all’hard rock psichedelico settantiano arrivando ad un metal distante dai canoni attuali e delineato da punte di acidità inverosimili.
I Lost Moon così hanno sciolto il loro cane pronto a regnare sulla scena alternativa italiana, dimostrandosi un ensemble di chiaro e cristallino talento, sfornando un disco non proprio per tutti e con qualche pezzo che risente della piena mancanza di originalità ma che riesce a mantenere viva l’attenzione nei confronti dell’ascoltatore per tutti i 50 minuti grazie ai vari stili toccati nell’album. Promossi.

80/100


Stefano Paolucci: Voce e chitarra
Pierluigi Paolucci: Batteria
Adolfo Calandro: Basso
Francesco Panarese: Percussioni

Anno: 2007
Label: UKdivision Records
Genere: Stoner/Heavy Metal

Tracklist:
01. Storm
02. Flying With The Wind
03. Going To Neptune
04. Return To (Cradle Of Madness)
05. Floating High
06. Until The Stars Are Falling Down
07. Nature In Black
08. King Of Dogs
09. L.H. 2000

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