I ravennati Rising Dark pubblicano il loro primo album nel 2011 sotto i vessilli della SG Records.
Apocalyptic possiede una copertina dal disegno un po’ naïf ma fortemente evocativo, dato che, usando un simbolismo tipico di un film dell’orrore, raffigura una strada che attraversa le montagne ed è percorsa dalla malefica presenza di una bambina circondata da spiriti misteriosi e da automobili devastate dalle fiamme, presumibilmente finite fuori strada nel disperato e vano tentativo di evitarla. La copia promozionale in nostro possesso, priva di libretto e testi, dura circa quaranta minuti ed è introdotta dalla breve “Apocalyptic”, un lento sussurro accompagnato dalla chitarra, ma presto interrotto dalla vibrante “Armageddon” e dalla varia “This Is War”, entrambe all’insegna del thrash metal di antica scuola. Sulla travolgente “The Bofoid” si comincia ad intravedere una interessante sterzata verso il doom e soprattutto verso il death, per via di un notevole lavoro compiuto dalle voci scream e growl che si alternano in un perfetto equilibrio di thrash e death metal; nettamente più orientata al death si dimostra invece “Yog Sothoth”, cadenzata e marziale. Tramite la massacrante “Your Blood Is on My Hands” viriamo nuovamente verso lidi thrash, mentre la chiusura è affidata ad un pianoforte che per oltre quattro minuti accompagna la profonda tranquillità di “Phoenix”, che la mantiene fino al crescendo conclusivo. Il disco, grazie ad un’ottima produzione, permette l’ascolto di autentici proiettili sonori sparati da musicisti preparati non solo nella riproposizione fedele di coordinate thrash metal che hanno fatto la storia, ma anche nell’impeccabile esecuzione e nella rielaborazione delle suddette coordinate tramite invasioni precise e mirate nel settore death metal. Osservatori troppo superficiali potrebbero storcere il naso relativamente al timbro vocale dello screamer, pertanto riteniamo tutt’altro che superfluo da parte nostra evidenziare che la giovane età non può essere considerata una colpa oppure un handicap, ma soltanto una normale fase della vita e che lo screamer esegue egregiamente il suo compito: del resto, crediamo – e speriamo, visti i tempi particolarmente desolanti non solo per l’economia, ma anche per le coscienze - che nessun metallaro oserebbe criticare il capolavoro “Ride the Lightning” soltanto perché l’allora giovane James Hetfield era ancora un po’ acerbo dal punto di vista vocale! L’altrettanto valido growler, d’altro canto, fornisce un’ulteriore dose di cattiveria ad un suono che tecnicamente è già abbastanza evoluto ed è senz’altro passibile di ulteriori miglioramenti dal punto di vista compositivo. Consigliamo questo riuscito lavoro agli appassionati di thrash e death metal, non solo perché è frutto di sudore e sala prove, palco e sacrifici, ma anche perché nasce dall’istinto e dal cuore, non certo da una visione interessata e lucrativa di ciò che il mercato attuale propone – e, nostro malgrado, impone. 80/100
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Michael Crimson: Voce e chitarra ritmica Anno: 2011 |