Sono un duo fiorentino, due amici che hanno unito le proprie idee per dar vita a questo progetto a nome Interferenze.
Hanno un passato rock, ma hanno anche in comune l’amore per la musica elettronica e per i Nine Inch Nails. Interferenze è quindi un progetto che affascinerà chi si nutre dell’electronic pop rock degli anni ottanta, e per chi ama i Depeche Mode e via dicendo. Una proposta volendo anche un po’ coraggiosa, un tornare indietro nel tempo, un periodo musicale però mai dimenticato. “Il sound di Interferenze e' il suono nervoso e metallico del distacco contemporaneo, sintetico e martellante ai confini del rock industria” questo recitano le note biografiche e “L’interferenza non è altro che un disturbo, la rottura di un equilibrio, di uno schema, un qualcosa di imprevisto e imprevedibile” è la loro filosofia. Nel primo cd i testi sono completamente in italiano ed il sound sia ne “La Resurrezione” che in “Moto perpetuo” ha quella freddezza essenziale e le parti cantate, ricordano a volte Bluvertigo e Subsonica. Si prosegue con “Indelebile” e con “Dentro Un Attimo”, quest’ultima vicino al periodo “Vienna” degli Ultravox. Ma dopo questa parte più commerciale, la band cerca di cambiare le carte in tavola, con molta più sperimentazione, partendo dallo strumentale “Indivisibile”, che sicuramente rende il cd più interessante ed anche “Fluido”, che parte all’insegna della vera elettronica, per trasformarsi poi in una perfetta fusione tra rock ed elettronica. Il secondo cd è invece in lingua inglese e racchiude alcuni loro brani in una nuova veste. C’è anche un brano che farà discutere, la cover di “Immigrant Song” dei Led Zeppelin, qui rivista a loro modo, resa molto più elettronica, una specie di Zeppelin meets Kraftwerk e non a caso il brano finisce con una citazione proprio di “Trans Europe Express” dei teutonici Kraftwerk. Un cd per estimatori del genere e se volete una chiave di lettura è meglio averla dalle loro parole “Abbiamo scoperto che se lo si ascolta dall’alto verso il basso, cioè dall’inizio alla fine, si segue un percorso verso l’abisso: da ‘La Resurrezione’ che offre una speranza, una via di uscita, fino all’abbandono attraverso il possesso del ‘Demone’ e al mood della separazione nel finale di ‘Senza Lacrime’. Se ascoltato al contrario, invece, il disco ha una chiave di lettura positiva di ritorno alla speranza, attraverso la malinconica consapevolezza di ‘Punto Di Contatto’ fino ad una nuova rinascita”. Se avete afferrato il senso, allora siete sulla giusta strada. 65/100
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Giacomo “Jac” Salani: Voci, chitarra elettrica ed acustica, basso Anno: 2010 |