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Sun King
Prisoners Of Rock

Basta il titolo per definire il genere dei marchigiani Sun King: Prisoners of Rock è infatti un tipico disco di puro, classico e adrenalinico Hard Rock che si richiama e prende spunto dai vari mostri sacri di fama planetaria del genere spaziando tra AC/DC e Guns 'n' Roses, ed inserendo sapientemente qualche spruzzatina più heavy sparsa qua e la. Molte band ed i Sun King sono tra queste, sono rimaste legate al vecchio modo di “fare Rock”: quindi una potente chitarra distorta che si esibisce in riff a tutto gas ed in assoli trascinanti; paradossalmente è proprio per questo motivo che non delude la relativa non originalità del disco, che in fin dei conti pur prendendo molto spunto dalle band sopra citate diviene semplicemente figlio di un modo ormai consolidato di considerare il Rock, dimostrando per l'ennesima volta che non ha senso dire, come spesso capita, che “il Rock è morto”; fintanto che ci saranno band come i Sun King a mantenerlo ben vivo e vegeto.

Le prime traccie rispecchiano in maniera evidente le influenze del gruppo, in “Turn me on”, dove gli AC/DC suonano preponderanti, così come la band di Slash e Axl Rose fa capolino tra le note della seguente “Three Times Rock”. Sicuramente degna di particolare menzione è “A Sing”, ottima ballad che in tutta la sua durata riesce a mantenersi sempre viva ed entusiasmante passando da parti melodiche ed arpeggiate ad un riffing più corposo e potente. Con “After the night” e “I rock I roll” torniamo in territori più prettamente Rock, mentre “A wave” ha delle caratteristiche che guardano più alla componente Heavy della band, in particolare per quanto riguarda il buon solo di chitarra. Abbastanza anonima in verità appare “I just want” se non fosse anche qui per il buon lavoro della chitarra solista, senza dubbio il vero punto di forza della band. Più antemica è “Man of the mountain”, mentre triste ed oscura con sonorità a cavallo tra Black Sabbath ed Iron Maiden è la melodica chiusura di “Hippogriff, altro ottimo brano sicuramente da segnalare.

In conclusione Prisoners of Rock è un buon disco, che va ben oltre la sufficienza, un disco che certo non fa dell'originalità il suo lato migliore ma punta tutto sul fatto di essere un disco onesto, appassionato e sincero, ben radicato sulle proprie radici e, cosa importante, sicuramente ben suonato, in particolare da segnalare l'eccellente prova delle chitarre di Ivan Perugini, anche alla voce e di Giacomo Pettinari. Un disco che, pur non facendo gridare al capolavoro, soddisferà sicuramente le orecchie degli amanti e dei vecchi nostalgici dell'Hard Rock anni '80. Rock On!!

68/100


Ivan Perugini: Voce, chitarra, piano
Daniele Sincini: Basso
Giacomo Pettinari: Chitarra
Roberto Tesei: Batteria nei brani 2,3,4
Lucia Bordi: Violino in "A Sign"
Stefano Casoni: Batteria in 1,5,6,7,8,9
Matteo Montironi: Batteria in 10,11

Anno: 2010
Label: UDU Records
Genere: Hard Rock

Tracklist:
01. Turn me on
02. Three times rock
03. Your Love
04. A sing
05. After the night
06 I rock i roll
07. A wave
08. I just want
09. The dance of darkness
10. Man of the mountain
11. Hippogriff

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