I tedeschi SuidAkrA presentano fin dal loro esordio una proposta a metà tra il folk ed il death metal, sfruttando armonie celtiche e strumenti tradizionali come banjo, cornamusa e flauto a fischietto.
La copertina del loro nono disco, intitolato “Crógacht”, cioè “coraggio” in lingua gaelica irlandese, sfoggia un'elegante decorazione celtica in primo piano, mentre sullo sfondo appare un panorama montuoso. Siamo davanti ad un concept album, basato su uno dei racconti più drammatici della mitologia irlandese, cioè il viaggio dell'eroe Cuchulainn all'isola di Skye, dove impara l'arte della guerra dalla guerriera scita Scáthach, mentre gli eventi porteranno suo figlio Conlaoch verso un tragico destino: un affascinante racconto epico, che non possiamo seguire in modo dettagliato, visto che non abbiamo a disposizione i testi. Il CD dura circa quaranta minuti ed inizia con la breve e misteriosa “Slán”, costruita su piano, tastiere e cornamuse; segue l'aggressiva “Conlaoch”, nella quale spiccano nuovamente tastiere e cornamuse, ma anche un passaggio al piano ed una caratteristica parte recitata. Si continua con due brani epic metal: “Isle of Skye” , che presenta un coro folk ed il veloce “Scáthach”, che poggia su coro e cornamusa. Al breve folk acustico di “Feats of War”, dove si alternano la voce femminile e le doppie voci, fa seguito “Shattering Swords”, altro folk acustico, interrotto dalla velocità e da un coro epico. Dopo la rilassante, breve strumentale “Ár Nasc Fola”, interamente suonata con chitarra acustica e flauto, si torna alla devastazione con “Gilded Oars”, che sfrutta nuovamente il coro e la cornamusa, nonchè un recitato su sottofondo acustico. La lunga “Baile's Strand”, aperta dal suono delle spade, utilizza molti degli elementi finora descritti, visto che sulle fondamenta di un lento incedere epic scorrono in successione un coro sinfonico, le doppie voci ed una parte recitata, mentre alle cornamuse spetta il meritato finale. Il lavoro, molto curato, possiede, come abbiamo visto, un'ampia varietà di suoni, pertanto lo consigliamo non solo ai seguaci dei settori più estremi dell'heavy metal, ma anche a quelli legati a suoni più melodici, perchè potrebbero trovarvi molti elementi di loro interesse. 75/100
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Arkadius Antonik: Voce, chitarra, tastiera e banjo Anno: 2009 |