Inizialmente questo Above doveva essere il nuovo diversivo dei fratellini Vorph e Xy, un pò come successe 3 anni fa per il doppio Era One, che nonostante per motivi discografici in costolina riportasse il nome Samael, era a tutti gli effetti un progetto parallelo creato dai due fondatori del gruppo per staccare la spina.
Alla fine però, è diventato il 9° album in studio degli elvetici, che dopo il grande successo di critica e vendite con Reign Of Light del 2004 ed il mezzo passo falso fatto due anni fa con Solar Soul, decidono di abbandonare (momentaneamente?) le sonorità cybernetiche/industriali in favore del Black Metal che li aveva caratterizzati ad inizio carriera. Infatti Above come promesso dalla band stessa in fase d registrazione nei mesi passati, è un vero tuffo nel passato più remoto dei Samael, di quando i loro suoni marci e maligni di chiaro stampo celticfrosteriano accompagnavano esplicite liriche sataniste ed atmosfere esoteriche. Quello che è rimasto però, in linea col modo di comporre anche dei diretti predecessori, è la freddezza esecutiva dei singoli pezzi, la glacialità e la marzialità dei riff di chitarra o del canto di Vorph, assoluto protagonista e cicerone di questo nuovo viaggio sonoro. Difficile non restare affascinati dalle gelide melodie qui proposte, a partire dell'opener "Under One Flag" passando per pezzi più ritmati come la splendida "Virtual War" e "Black Hole" (riproposta anche come bonus track in una versione più danzereccia e carica di groove). Nel mezzo c'è la glacialità e la velocità del singolo "Illumination", la più introspettiva "Dark Side" e la mitragliata "Polygames", messa li quasi a creare un nuovo standard in quanto a cattiveria per l'ensemble di Sion. In conclusione, Above è un'album senza forse troppo picchi qualitativi ma dove non c'è una canzone che odora di riempitivo, ne un passaggio a vuoto: dalle poche note di tastiera agli inserti più sintetici, tutto è incastonato con la classica perfezione alla quale i Samael ormai ci hanno abituati da almeno una dozzina di anni. Se a questo ci aggiungiamo una produzione pressochè perfetta ed un mixaggio calibratissimo, questa prova va considerata come il loro ennesimo centro di una discografia già pieno zeppa di prove da incorniciare. Se rimarrete inizialmente spiazzati dalla proposta non preoccupatevi, con la maturazione degli ascolti sarà semplice intuire tutte le sfumature di questa prova, ma se non capirete del tutto questa scelta stilistica ci può anche stare, alla fine vuol dire che Xy, Vorph & soci hanno colpito ancora una volta nel segno. 82/100
|
Vorph: Voce e chitarra Anno: 2009 |