Dopo aver assaggiato il successo (almeno negli states) col potente disco dal vivo Alive! nel 1975, i Kiss si erano prefissati un obbettivo ben preciso: concquistare il mondo con un disco in studio che fosse "perfetto", pieno di canzoni memorabili che avrebbe consentito al quartetto newyorkese di entrare nella storia. Per questo non fu casuale la scelta del produttore Bob Ezrin, "sergente di ferro" canadese che alcuni anni prima aveva plasmato il sound di Alice Cooper (e che poi 3 anni dopo sarà dietro la consolle per The Wall dei Pink Floyd); dal canto loro i Kiss avevano una manciata di canzoni pronte per essere incise, forti di un entusiasmo ed una voglia di sfondare all'apice. Le registrazioni di Destroyer però coincisero anche col picco massimo delle frizioni interne tra Stanley e Simmons con Frehley e Criss, sempre più schiavi dell'alcol e dei loro atteggiamenti da primadonna,, tanto da saltere molte session di registrazione, facendo andare più volte - a detta degli storici - Ezrin su tutte le furie (infatti il loro apporto essenzialmente è più marginale di quanto si possa immaginare). Il resto è storia: il disco fu un successo planetario ed è considerato l'apice creativo e commerciale del gruppo, con brani immortali e tutt'oggi celebratissimi come "Detroit Rock City", "Do You Love Me" e "God of Thunder", solo per citare i tre più celebri, una raccolta di hit single che spopolò in ogni angolo del mondo grazie ad un sound tanto potente quanto levigato e diciamocela tutta, ruffiano e studiato per insidiare le radio rock dell'epoca. A 36 anni di distanza, la Universal Music ha cosi deciso di ristampare l'album ripistrinando alcune idee originali accantonate: innanzitutto Resurrected (disponibile a partire dal 21 agosto) presenta la copertina che era stata pensata originariamente, ma poi cestinata perchè ritenuta troppo "violenta" dalla Casablanca (l'etichetta dell'epoca) ed in più il processo di rimasterizzazione del materiale, affidato nuovamente a Bob Ezrin, è stato effettuato riprendendo i nastri analogici originali dell'epoca, ridonando alla parte strumentale dei pezzi una sorta di nuova linfa. Inoltre per l'occasione, è stata inserita la traccia vocale originale di Peter Criss per la splendida ballata "Beth", e come bonus track è presente l'assolo di chitarra originale di "Sweet Pain". La risposta è si: questo è un classico dell'hard rock a stelle e strisce che non deve mancare nella collezione di ogni appassionato di musica dura, un'album riuscito e che palesa anche del talento, oltre che ad un'evidente è già citata voglia di scrivere canzoni che si ficcassero nella testa dei fan sin dal primo ascolto (ma fino a prova contraria, bisogna anche essere abili in questo). Ed i Kiss per anni sono stati maestri assoluti in tal senso, e probabilmente lo sono ancora oggi. 80/100
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Paul Stanley: Voce e chitarra ritmica Guests: Anno: 2012 |