David Castellano si occupa di musica praticamente da sempre: fin da teenager, ha suonato la chitarra in diversi gruppi della capitale (tra i quali è appena il caso di citare “La Batteria, il Contrabbasso, eccetera”, una delle più note cover band di Lucio Battisti); è autore di monografie e recensioni di raro spessore narrativo, nelle quali emergono tanto il retaggio dei suoi studi classici, quanto la competenza tecnica propria dell’appassionato musicofilo (beatlesiano innato, è autore, tra le tante, di una splendida monografia dedicata ai Fab Four apparsa nei numeri 27 e 29 della rivista “Musikbox”); da oltre vent’anni, consiglia e procura dischi ad incalliti collezionisti (a lui il merito di aver importato il Kraut Rock a Roma, aprendo gli occhi ad un numero elevatissimo di amatori del vinile).
Confusione Complice, il suo esordio discografico, si palesa quale opera di non comune spessore artistico in cui emerge il profondo substrato culturale che permea e caratterizza tanto l’uomo, quanto l’artista, peraltro sublimato da un numero esteso di blasonati collaboratori (tra i quali è appena il caso di citare Cristiano Grillo, ex chitarrista dei Tiromancino; Manuela Tiberi, flautista di pregio, diplomata al conservatorio, già membro, tra gli altri, del Rondò Veneziano; Marco Serino, violinista eclettico, considerato dal Washington Post “uno tra i più interessanti violinisti italiani della sua generazione per la versatilità del repertorio e per la sua comunicatività”). Sono variegate le tematiche musicali che contrassegnano questo prodotto artistico: le eleganti profusioni jazz de “I cancelli del blues” ove, inaspettatamente, affiora l’indimenticata raffinatezza del Modern Jazz Quartet; le atmosfere rarefatte e malinconiche de “Il nostro domani”, brano che ossequia il più ispirato tra i songwriter americani, David Crosby, se non per le armonie vocali, invero assenti, certamente per l’atmosfera che permea il brano tutto; le influenze beatlesiane in “Tragicomico”, nel quale il quartetto Liverpool è omaggiato con una citazione discreta, quasi impalpabile, del refrain di “The fool on the hill”; il dinamismo energico e vitale di “Alpha Centauri”, “Un uomo a metà” e “Parte della macchina” (l’ultimo brano, peraltro, contiene l’incipit che dà il titolo all’album); lo stile cantautoriale in “Gli occhi di Desiré” e “Torta di mele”, brani dall’incedere cadenzato che ricordano gli Stadio con Lucio Dalla; il graffiante vigore di “Bruciami l’anima”, ideale e genuina rappresentazione di quello che può essere definito tout court come “rock italiano”. Non è finita: navigando su territori di commistione di generi, non può non colpire “Mister Kappa”, ove un inizio intimistico di straordinaria raffinatezza lascia il campo ad un rock elegante di ascendenza statunitense che ricorda molto i recenti CPR, splendido side-project del già citato David Crosby (e due!). A metà brano, inoltre, un elegante violino suggerisce, inaspettatamente, lontane influenze progressive di stampo anglosassone. Infine, come ideale conclusione, il musicista ci riserva la soffusa delicatezza di “Acquarello” e “Il tempo si è fermato”, due gemme stilistiche, l’uno prologo, l’altro epilogo di un unico disegno armonico che si palesa in termini di soffusa fiaba di inizio millennio. L’album, purtroppo, non è reperibile presso i normali canali di distribuzione. Potete richiederlo scrivendo al seguente indirizzo email: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. Non esitate. 86/100
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David Castellano: Voce; chitarra elettrica, acustica e classica, organo, piano elettrico, tastiere, cowbell Anno: 2009 |