Dopo l'ottimo "Gloria et Morte", risalente al 2016, i piemontesi Gotland pubblicano "Rise", album che non rappresenta soltanto una piena conferma della validità della loro proposta musicale, ma addirittura si erge a baluardo della musica dura nazionale a vocazione squisitamente symphonic/black/death metal.
L'alveo è quello del concept, incentrato sul personaggio di Arminio, condottiero dei Cherusci, tribù germanica che, tra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C., era stanziata nella valle del Reno e nelle terre della Germania nord-occidentale (tra l'attuale Osnabrück e Hannover), passata alla storia per aver inflitto all’esercito romano una tra le più sanguinose sconfitte belliche. La struttura pare attinta dalla compagine progressiva, giacché la proposta musicale riprende in toto l'archetipo della suite, suddivisa in cinque parti spalmate su diciassette brani, per un totale di un'ora e 1/4 di durata complessiva. Stante la tematica affrontata, la band potrebbe pienamente attingere dal pagan metal, cosa invero fatta in passato, strada invece che viene caparbiamente ignorata: contrariamente alle aspettative, infatti, il sestetto abbraccia la causa del symphonic metal, con interessanti e reiterate incursioni nel black e nel death, apparentemente elevando ad ispirazione organici come, tra gli altri, gli osannati Dimmu Borgir. Ciò è verosimilmente ascrivibile anche alla presenza di ospiti di tutto rispetto, tra i quali è impossibile non menzionare Davide Cicalese e Manuel “Lupus Nemesis” Visconti, rispettivamente in forza a Furor Gallico e Atavicus. Una certa propensione alla stratificazione della struttura musicale dei brani tutti - tra i quali preme citare quantomeno "Roman and Cheruscan" e "Slaughtered Centurions", che hanno il pregio, più degli altri, di trasportare virtualmente l'ascoltatore sul campo di battaglia di 2000 anni fa - non rende inopportuno il richiamo di cui sopra al genere prog, pur in termini squisitamente concettuali. In conclusione, l'opera si evidenzia quale prova oltremodo convincente (sublimata, peraltro, da una copertina eccellente), capace di competere, se non addirittura di superare bellamente, molteplici uscite discografiche contemporanee, maggiormente osannate da recensori che, purtroppo, risultano ciecamente abbagliati dal blasone del marchio straniero, stupidamente votati al deprezzamento del talento tricolore.
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Irmin: growls and scream vocals Eg Orkan: guitars Insanus: guitars Var: bass Hoskuld: drums Gabriele “Hyde” Gilodi: Orchestrations special guests: Manuel “Lupus Nemesis” Visconti: growl and scream vocals (4, 9, 11), clean vocals an choirs Davide Cicalese: growl vocals (15) Chiara “Kyrah Aylin” Di Mare: clean vocals (13) Simone “Zilath Meklum” Scocchera: growl and scream vocals (14) Haiwas: growl and scream vocals (3) Luciano Caratto: narration
Data: 2023 Label: Earth and Sky Productions Genere: Symphonic Black and Death Metal
Tracklist: ACT I 1) Foedus (Intro) 2) Roman and Cheruscan 3) The Downside 4) Insidia ACT II 5) Expectatio (Interlude) 6) Deception 7) Traitor or Savior ACT III 8) Clades Variana (Interlude) 9) Slaughtered Centurions 10) Spiriti nelle Tenebre 11) The Dishonor ACT IV 12) Imperium non Obliviscitur (Interlude) 13) Ballata del Tradimento 14) The Same Blood 15) Visurgi ACT V 16) Invictus (Interlude) 17) Rise
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