Un duo, quello dei Neu!, formatosi come scissione dei primissimi Kraftwerk, ormai proiettati verso una dimensione totalmente tecnologica. Con i Kraftwerk troviamo il chitarrista Michael Rother in alcune testimonianze live del 1971, ma la chitarra è uno strumento troppo rockeggiante per la visionarietà macchinica del gruppo di Düsseldorf e quella di Rother è solo una permanenza transitoria. Klaus Dinger, invece, registra il primo album della band, ma lascia anche lui presto il gruppo, dove viene sostituito dal più tecnologico Wolfgang Flür, per raggiungere Rother in un progetto anch’esso indirizzato verso nuove concezioni tant’è che si chiamerà Neu!. La musica dei Neu! troverà solo con oltre venti anni di ritardo una rivalutazione grazie alle nuove correnti della new wave, dell’alternative rock e dell’elettronica che ne rivaluteranno la visionarietà. Sorprende come, nel 1972, in piena esplosione del rock-prog più scatenato, questa costola anomala del rock tedesco abbia intrapreso una strada così in controtendenza. Si trattò di una scelta deliberata atta a sancire una cesura con i modelli anglosassoni, importati in Germania al seguito delle truppe d’occupazione alleate, e a quali le nuove generazioni post-sessantottine cercavano un’alternativa. “Hallogallo”, il lungo brano d’apertura dell’album è ormai un caposaldo del rock tedesco, anticipa, con le sue cellule melodiche minimaliste, i suoi frammenti melodici fatti da chitarre in reverse e la sua struttura dilatata sopra il groove impassibile e circolare della batteria, la costruzione dei brani del post-rock. “Sonderangebot” è un brano sperimentale, ispirato alle improvvisazioni astratte dei primi Pink Floyd, un piatto filtrato della batteria ruota nello spazio sterofonico, come fosse un timbro di un synth, mentre Rother fa dei suoni con la chitarra slide. Il brano è atonale, un’improvvisazione elettroacustica manipolata in studio, vicina all’estetica della sperimentazione contemporanea alla Stockhausen, il cui il timbro si muove nello spazio e nella dinamica virando poi su “Weissensee”, un brano modale scandito dalla batteria e da un bordone di basso. Anche su “Weissensee” traspare una certa influenza floydiana sperimentale. “Im Glück” è un ulteriore episodio elettroacustico che inizia su suoni concreti sui quali si manifestano fasce sonore continue sulle quali Rother esegue leggere improvvisazioni di chitarra slide. Anche “Negativland” parte con suoni e rumori “concreti” trattati dai quali si dipana un riff di basso ripetitivo che ricorda i futuri groove della new wave e del dark, la chitarra distorta produce suoni astratti e noise, anche qui anticipando timbri e atmosfere di qualche anno dopo. La parte centrale di “Negativland” è un ambiente industriale prodotto da distorsioni modulate che permettono prima il rientro della ritmica raddoppiata poi una seconda fase più lenta ossessiva. “Lieber Honig” è, invece, una ballad stranianate, cantata con un filo di voce che si chiude su rumori “concreti” effettati. |
Michael Rother: Basso, Chitarre Anno: 1972 01. Hallogallo – 10:07
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