Trezzo sull'Adda, 11 Febbraio 2016 - Live Club
A meno di un anno di distanza dall’ultima data italiana, i Behemoth tornano ad infiammare il belpaese, questa volta, però, in un’unica ed imperdibile tappa al Live Club di Trezzo sull’Adda. Sono passati due anni dall’uscita di "The Satanist", l’ultima fatica di Nergal e compagni (qui la mia recensione) che la rivista Rolling Stone ha inserito al sesto posto fra i migliori album del 2014. Da allora i Behemoth hanno calcato un’infinità di palchi europei e non solo, hanno infatti intrapreso più di un tour negli Stati Uniti ed in Sud America per la gioia dei metallari d’oltreoceano.
Ma veniamo al dunque. Dando uno sguardo alla locandina del concerto, la serata si preannuncia molto vibrante. Ben tre gruppi di supporto agli headliner polacchi: il duo colombiano statunitense Inquisition, gli svedesi Entombed A.D., e l’ex frontman norvegese degli Immortal, Abbath, che presenta il suo recente lavoro solista accompagnato dalla nuova band. Bisogna ammettere che, finalmente, rispetto al passato, viene dato agli artisti un palco di tutto rispetto ed un locale adeguato alle esigenze sonore. A beneficiarne è stato anche lo spettacolo che negli anni precedenti è stato fortemente penalizzato a causa di location troppo piccole, non adatte a gruppi di questo calibro. L’unica data italiana associata alla scelta del Live Club ha fatto sì che il pubblico rispondesse positivamente all’evento con una massiccia presenza di 1200 spettatori di ogni età, dai ragazzini mascherati ai fans ben più maturi.
Ad aprire le macabre danze ci pensano i già citati Inquisition. Chitarra e batteria duellano a colpi di thrash e black metal. I due musicisti, per tutta la durata dello show, rimangono circondati da una nebbia avvolgente in cui galleggia la voce graffiante di Dagon che, sotto il tipico trucco bianco e nero del viso, sputa rabbia e riff schizofrenici su una platea non ancora affollata. Complessivamente è una buona esibizione che accende la miccia delle anime presenti. Arriva poi il turno degli Entombed A.D. La band svedese sconfina in un death ’n’ roll in cui hardcore, punk e rock’n’roll si mescolano proprio al death metal. I ragazzi mostrano una certa padronanza sul palco. A supportare il quartetto c’è Guilherme Miranda, chitarrista che contribuisce a migliorare non solo la tecnica ma anche la presenza scenica. Gli Entombed A.D. scaricano potenti dosi di adrenalina che scaturiscono dal profondo growl di Petrov che di tanto in tanto si sgola lattine di birra, e dall’energia sonora delle chitarre intrecciate a quella corposa del duo basso e batteria. Bravi, ma forse un po’ fuori contesto visto il sound non allineato a quello proposto dalle altre band.
Poco prima delle 21, gli acclamati Abbath imbracciano i loro fucili sonori ed iniziano a sparare sulla folla dell’ormai gremito locale milanese. Presentano l’omonimo album, uscito il 22 gennaio, suonandolo quasi per intero (omettono soltanto il brano “Ocean of Wounds”) e arricchiscono la set-list con “Warriors” degli “I” e con le celebri cover degli Immortal come “Nebular Ravens Winter”, “One by One” nonché l’imponente “All Shall Fall” che ha il compito di annunciare la fine di una breve ma intensa guerra. Le luci ad intermittenza incessante proiettano le ombre dei musicisti sul pubblico divertito e catturato dal violento muro sonoro che i quattro demoni innalzano a suon di puro ed indomabile black metal. Un’ottima performance senza rilevanti sbavature e colpi di scena, degna colonna sonora di un’epico conflitto fantasy in cui crudeli e giganteschi orchi devastano e travolgono tutto ciò che intralcia la loro avanzata.
Premettendo che chi scrive è la terza volta che assiste ad uno spettacolo della famosa band polacca, mi accingo a descrivere l’ultima attesa parte della serata al Live Club. Il campo di battaglia viene ripulito dalle macerie e successivamente vengono issate le nuove effigi dell’impero che sta per sorgere: quello dei Behemoth. In un’atmosfera infernale colorata da luci purpuree, inizia un’esibizione teatralmente perfetta. Mentre Orion, Inferno ed il rodato session Seth prendono posto sul palco assumendo pose statuarie, fa il suo ingresso Nergal con in mano due fiaccole e parte l’intro di “Blow Your Trumpets Gabriel”. Da lì a poco ecco che il frontman incendia la festa. Il gruppo appare subito in una forma strepitosa, indossa i soliti vestiti di scena che somigliano ad armature bruciate ed incanta la folla grazie alla indistruttibile sinergia sonora che ha consolidato negli anni. Uno show preparato nei minimi dettagli. Pezzi come “Messe Noire”, “Ora Pro Noris Lucifer” e “Ben Sahar” esaltano la tecnica della band che gode, ormai, di un’impeccabile sicurezza di sé tanta da sconfinare in banali riti pagani. Infatti i Behemoth, durante lo show, allestiscono brevi e blasfeme messinscene facendo ricorso all’uso di incenso ed ostie sconsacrate. A scaldare gli animi non è solo il noto sound granitico, la presenza scenica e le coreografie diaboliche, ma ci sono anche delle inaspettate lingue di fuoco che, a tempo di musica, emergono dal palco. L’atmosferica ed inneggiante “O Father O Satan O Sun!” vede il quartetto indossare le stesse maschere usate nella photosession promozionale dell’ultimo disco. Dopo avere eseguito l’intero album “The Satanist”, la band propone soltanto quattro vecchi brani tra cui la sorprendente “Pure Evil and Hate” e la classica “Chant of Eschaton 2000” nel finale.
Si conclude un concerto sontuoso ed avvincente, l’unica pecca, a parer mio, è la scelta di una scaletta in cui mancano i pezzi storici più rappresentativi della band, quelli che hanno contribuito a decretare i polacchi uno, se non il migliore gruppo del genere death-metal. Ma di fronte a questa performance si può perdonare tutto, nonostante ai Behemoth del perdono non importi assolutamente nulla.
|
|
Data: 11/02/2016 Luogo: Trezzo sull'Adda - Live Club Genere: Death Metal, Black Metal, Death'n'roll
BEHEMOTH
Adam “Nergal” Darski: voce, chitarra Tomasz “Orion” Wròblewski: basso, cori Zbigniew Robert “Inferno” Prominski: batteria Party “Seth” Sztyber: chitarra, cori
Setlist:
01. Blow Your Trumpets Gabriel 02. Furor Divinus 03. Messe Noire 04. Ora Pro Nobis Lucifer 05. Amen 06. The Satanist 07. Ben Sahar 08. In The Absence ov Light 09. O Father O Satan O Sun! Encore: 10. Pure Evil And Hate 11. Antichristian Phenomenon 12. Conquer All 13. Chant for Eschaton 2000
ABBATH
Abbath Doom Occulta: voce, chitarra King ov Hell: basso Gabe Selber: batteria Ole Andrè Farstad: chitarra
Setlist:
01. To War 02. Winter Bane 03. Nebular Ravens Winter 04. Warriors 05. Ashes Of The Damned 06. Fenrir Hunts 07. Tyrants 08. One By One 09. Count The Dead 10. Root Of The Mountain 11. Endless 12. All Shall Fall
ENTOMBED A.D.
Lars-Göran Petrov: voce Olle Dahlstedt: batteria Nico Elgstrand: chitarra Victor Brandt: basso Guilherme Miranda: chitarra
Setlist:
01. Midas In Reverse 02. Stranger Aeons 03. Second To None 04. Living Dead 05. Pandemic Raga 06. Chief Rebel Angel 07. Chaos Breed 08. I For An Eye 09. Revel In Flesh 10. Wolverine Blues 11. Left Hand Path
INQUISITION
Dagon: voce, chitarra Incubus: batteria
Setlist:
01. Force Of The Floating Tomb 02. Ancient Monumental War Hymn 03. Dark Mutilation Rites 04. Master Of The Cosmological Black Cauldron 05. Embrace By The Unholy Powers Of Death And Destruction 06. Command Of The Dark Crown 07. Infinite Interstellar Genocide
|