Registrato nel 2003, questo nuovo capitolo della sterminata discografia di Neil Young precede di poco il "gemello" (si fa per dire) "Way Down in the Rust Bucket", la cui uscita è programmata per l'inizio del 2021.
Si tratta di due live ma, ahimé, quello qui recensito è certamente il meno avvincente, documentando il tour di supporto al concept "Greendale", del 2003, venticinquesimo album in studio del cantante. L'opera anzidetta non fu, quantomeno a parere di chi scrive, il capolavoro descritto dalla critica illo tempore: votato come uno dei migliori album di quell'anno da Rolling Stone, il disco, per la complessità e profondità emotiva dei temi trattati (concernenti la vita sociale di una piccola città americana), fu oggetto di altisonanti paragoni con classici letterari come "Our Town" di Thornton Wilder e "Winesburg, Ohio" di Sherwood Anderson. Tuttavia, il concept appariva un tantino dispersivo e anche l'esecuzione dei Crazy Horse sembrava sottotono, se non sbiadita. Ridimensionato quindi un giudizio all'epoca assegnato forse troppo frettolosamente - tant'é che, nei 17 anni successivi, si è (ri)parlato ben poco di "Greendale" - si aggiunga l'aggravante di una tracklist che, proponendo integralmente e pedissequamente quella di allora, tralascia completamente quanto fatto dal cantante in precedenza, scelta a dir poco sconcertante. Come se non bastasse, peraltro, quello attuale è il secondo live dedicato a quell'opera, giacché all'epoca fu pubblicata una edizione expanded del cd corredata di un dvd contenente una performance acustica del solo Young (registrata al Vicar St. di Dublino) nella quale, neanche a dirlo, la tracklist veniva già allora riprodotta fedelmente. Infine, le esecuzioni qui recensite risultano pesantemente ancorate alle versioni originarie: il cantante e i suoi compari si attengono addirittura al minutaggio di ciascuna canzone, concedendo pochissimo spazio alle variazioni, alla improvvisazione, alla dilatazione, tutte cose usuali, invece, quando il canadese lascia urlare la chitarra in sella al cavallo pazzo. Colpa di parametri legati alla recitazione sul palco, lasciata ad uno stuolo piuttosto nutrito di attori, che incastra le esecuzioni nella rigida cornice se non del preconfezionamento, quantomeno della studiata programmazione. Si guarda con più speranza e ottimismo alla seconda uscita dal vivo, citata in apertura, che cattura parte del tour del 1990 di supporto al pluripremiato "Ragged Glory", album (stavolta si!) di ben altro spessore. |
Neil Young – guitar, vocals, direction Anno: 2020 tracklist:
|