Se si riuscisse a superare la copertina tutt'altro che avvincente (l'artista ha dichiarato che si tratta di una "vecchia foto trovata sfogliando gli album di famiglia. Quando è stata scattata io ancora non ero nato eppure, guardandola, ho avuto la stessa sensazione di speranza verso il futuro che ho quando penso all’America come concetto, più che come luogo geografico"), questo album potrebbe certamente interessare.
Musicalmente, si naviga in ambiti synth ed elettro pop, lambendo appena l'indie. Una certa malinconica leggerezza degli arrangiamenti conferisce a "L’America" un sapore di decadente romanticismo: le musiche non paiono innovative, ma rispettano il suono, pur datato, che caratterizza i citati generi musicali. E' in ogni caso evidente che il punto forte dell'album non è nelle sonorità, quanto nei testi: la capacità di questo artista di esprimere concetti ed esperienze generalmente legati ai suoi ricordi personali, pur in maniera semplice ma fortemente evocativa, merita una doverosa attenzione. Si segnala, al riguardo, l'intervista presente al seguente link ove l'autore analizza le liriche brano per brano. Gionata ha certamente qualcosa da dire ma in futuro, a modesto parere di chi scrive, dovrà valorizzare la sua proposta con una produzione più adeguata, sublimata da un mentore artistico di un certo spessore (anche a livello grafico). In caso contrario, corre il rischio di perdersi inevitabilmente nell'underground a dir poco oceanico delle autoproduzioni nostrane. Gionata: Chitarra, pianoforte, basso, synth, testi, musica Jesse Germanò: Produzione, Mix Filippo Strand: Master Francesco Aprili: Batterie Tracklist 1. Frigorifero 2. Male Che Vada 3. Oceano 4. 2009 5. 8Bit 6. Dinosauri 7. Ci Toccherà Ballare 8. L'America 9. Vans 10. Firenze |