Home Recensioni Album Tiziano Mazzoni - Ferro e carbone

Tiziano Mazzoni
Ferro e carbone

E’ un gran piacere constatare che, nella musica, si stiano abbassando le opulenze d’arrangiamento e mitigando i toni a favore di un discorso che arrivi al cuore della gente senza schierare urla e arroganza. Dischi come “Ferro e carbone” del pistoiese Tiziano Mazzoni fanno pace con la prepotenza, la soverchieria, il riluttante egoismo pregnante nella nostra società. Col suo terzo lavoro, il Nostro sa esprimere, attraverso un bel pop-folk cantautorale, una gamma di vari sentimenti con rispettosità ma anche con un certo peso quando occorre. Lo comincia con “Sciogli il cane”, sicuramente il pezzo più bello dell’album che nelle sonorità rimanda un po’ a Nino Buonocore. Unico appunto l’assolo di chitarra acustica a metà strada è poco incisivo. Gustoso anche “Il Volo” con testo più impegnato ed i i livelli degli strumenti sono eccellenti, nei quali spicca l’azzeccato assolo di armonica anche se, forse, troppo riverberato e sembra che suoni distante. Molto intimista, invece, “Rita e l’Angelo” , da apprezzare senza mezzi termini in un mondo dove si cerca solo la Hit da lanciare per radio. Il finale strizza l’occhio a “People get ready” , già coverizzata da Jeff Beck e Rod Stewart.

La lista scorre con “E’ una magia” in cui gli interventi di tromba sono molto validi, benché lo avrei visto bene un tono e mezzo più acuto, dove il registro della tromba avrebbe potuto esprimersi meglio. Sia chiaro: le suggestioni che offre Mazzoni sono cristalline e raffinate . Infatti, il testo di “Quattro barche” segue il filone descrittivo ad immagini, in cui l’ascoltatore contempla la scena e vede i colori. Belle, sia la chitarra slide a metà brano, che quella con il vibrato che fa da tappeto. C’è spazio anche per una canzone politicizzata come “Silvano Fedi” che, cantata in duetto, è molto efficace , sebbene i temi della Resistenza che inneggiano a qualsiasi schieramento sia stati abbondantemente trattati da Modena City Ramblers e CCCP. L’inizio di “Piombino” è accattivante e suonato in maniera eccellente però, nella seconda parte del brano dopo il ritornello occorreva, magari, far entrare uno strumento in più per rafforzare la base di un pezzo, francamente, troppo lungo . Segue “Noi camminiamo”, allegro e ben interpretato, intramezzato da diversi stacchi e andamento saltellante. E se in quest’album c’è “Ancora da imparare” lo conferma un pezzo molto bello e interessante, suonato con la tecnica di finger-picking, sulla falsariga di Goran Kuzminac ed armonica finalmente in primo piano che dona ricca intimità. Per farvi meglio un’idea di Tiziano Mazzoni, immaginatelo come un’onesto storyteller Dylaniano rubato all’ingegneria , che per un’ora sa calamitarci in scenari di vita, tra partenze e lavoro, tra ricordi e mutamenti introspettivi: il tutto condito dalla (tenue) speranza di una costruttiva ribellione che porti ad un’evoluzione personale e di popolo, benché si evince dalle liriche che “da un pero non nasce un melo….” Toscana docet !

 

Year : 2017

 

Label : IRD

 

Genere : cantautorale, pop-folk

 

TRACKLIST:

 

1 – Sciogli il cane

 

2 – Il velo

 

3 – La lucciola e il bambino

 

4 – Rita e l’Angelo

 

5 – E’ una magia

 

6 – Quattro barche

 

7 – Qualunque nome dirai

 

8 – Silvano Fedi

 

9 – Piombino

 

10-Noi camminiamo

 

11-Verde torrente

 

12-Ancora da imparare

 

FORMAZIONE

 

Tiziano Mazzoni : chitarra e voce

 

Pippo Guarnera : hammond

 

Lorenzo Forti : basso

 

Fabrizio Morganti : batteria

 

Ettore Bonafè : percussioni

 

Chris Brashear : violino

 

Claudio Giovagnoli : sax

 

Franco Santarnecchi: pianoforte

 

Riccardo Tesi : organetto

 

 

 

 


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