Ci sono certe tentazioni irresistibili , di fronte alle quali ti devi arrendere . Ad una di queste il cantautore salentino Ciccio Zabini ha dovuto alzare bandiera bianca, in quanto ha ceduto di fronte all’istinto di chiamare inizialmente il suo esordio “Greatest hits”, per poi volturarlo con “Albume”. In fondo, al cambio ci ha guadagnato in originalità e molteplicità di significati insiti: togli la “e” finale ed esce l’album in questione. Ma albume è soprattutto la patina protettiva del tuorlo, metafora involontaria sul ruolo difensivo di un’entità superiore. Ebbene, il primo lavoro di Zebini è una meringa di 10 sbattiture d’uovo ben amalgamate, leggermente impazzite ma montate ad arte. “Tra il bere e il mare” è bizzarra formula tra il jazz e la bossanova e suonata cosi, come viene viene. “Piccola canzone sdrucciola” ha contesto minimale e spirito da storyteller, tra aliti di flauto e contrabbasso. Invece, in “L’uomo di- strutto” e “Furto di-vino” incombe la presenza di De Andrè ed il canto di Zabini non è mai soverchiante; semmai è rispettoso suggeritore di vicende quotidiane e paparazzo di improbabili scatti sul futuro. Ha “Occhi giusti” per frullare la sequenza delle canzoni, inserendo gioiosa struttura tra il country ed il geghegè che ricorda “una zebra a pois”.
Parentesi ludica per “Sogno di un pomeriggio di mezza estate” e poi pronti per un salto sulla spiaggia di Copacabana con “Ultimo samba a Bagnocavallo”: in pieno spirito brasileiro è un brano che viaggia sui pedalò del brio, con l’ottimo binomio chitarra acustica-flauto che fa smuovere i glutei. Quanto tocca a “Che cosa vedi” capisci che è la logica prosecuzione dell’elogio ai cinque sensi, cominciata da Zebini in lavori precedenti e per l’occasione veste l’episodio con frizzante abito country. Il decimo e ultimo uovo suona proprio “Come un epilogo”, carico di malinconia ed il racconto prende una piega favolistica sulla forza che ci dona la speranza, autentico sostenitore di vita. Ora, che la (riuscita) frittata è fatta, Ciccio ci ha confermato come il libero arbitrio della spontaneità generi piccoli gioielli come “Albume”, con la fierezza di averlo generato con masse di fegato , cuore e testa (quasi) di legno. Si, perché su questo raffinato ebanista del pentagramma potremo, sicuramente, contare anche sul prossimo intarsio.
Year : 2017
Label : Autoprodotto / Libellula press
Genere : cantautorato
TRACKLIST :
1 – Tra il bere e il mare
2 – Piccola canzone sdrucciola
3 – L’uomo di-strutto
4 – Il furto di-vino
5 – Occhi
6 – Sopra il tavolo
7 – Sogno d’un pomeriggio di mezza estate
8 – Ultimo samba a Bagnocavallo
9 – Che cosa vedi ?
10-Come un epilogo
FORMAZIONE :
Ciccio Zabini : voce, chitarra classica, armonica a bocca
Francesco Pellizzari : batteria
Stefano Rielli : contabbasso
Francesco Massaro : sax baritono, clarinetto basso e alto
Mariasole Pascali : flauto, flauto alto
Valerio Daniele : chitarra elettrica
Massimo Donno : chitarra acustica
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