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Koban
Abject Obsessions



FÜR DEUTSCH RUNTERSCROLLEN

Un post-punk ipnotico, oscuro che costringe a ballare dimenticandosi di tutto: I dieci brani del nuovo album dei Koban sono, come dice il titolo, un’ossessione.
“Abject Obsessions”, pubblicato dall’etichetta italiana Avant! Records, è il secondo LP del duo canadese, dopo “Null” del 2013 e l’EP “Vide” del 2014. È un disco intriso di una forza sonora tagliente che cattura dai primi secondi. Al confronto col predecessore “Vide” ha un suono più elettronico e dettagliato. Cosa rimane uguale è il forte impatto sonoro.
Potrà anche essere estate fuori, ma si colora di nero se si ascolta “Abject Obsession”. “My Pursuit!”: con queste parole la prima traccia del disco catapulta dopo pochi istanti nel mondo dei Koban. “This Pursuit” presenta tutti gli elementi caratterizzanti del sound del duo, che si riconoscono in ogni brano. Un’esplosione di beats veloci, un tessuto di sintetizzatori continuo e denso e riff di chitarra laceranti che nascondono sotto il loro suono graffiante il pulsare del basso.
A questi ingredienti si aggiunge la voce inconfondibile di Brittany West. Con un tono trascinato e al tempo stesso diretto le linee vocali di West ricordano quasi – in senso positivo – una litania. Anche se è un cantato lineare, senza fronzoli, la sua voce evoca impressioni molto differenti. Talvolta sembra sia avvolta in apatia, in altri momenti pare arrivare dal profondo dell’anima. Cosa la contraddistingue sempre è una nota oscura, opaca, scivolosa.
In “Instict of Ego“, primo singolo dell’album, la sua voce sussurra in maniera sensuale, quasi arrogante, “Does it make you sweat?”. E il brano fa davvero sudare, rapisce. Inizia molto aggressivamente con un riff di chitarra ruvido e la veloce drum-machine, diventata ormai un segno di riconoscimento dei Koban. Si susseguono diversi cambi dinamici e piccoli dettagli sonori, il pezzo ricorda un ballo lascivo in un club senza luce.
In “Lesser“ canta l’altra metà della “Satanic murder couple”, come si definiscono i Koban stessi. La voce profonda di Samuel Buss sposta il genere in direzione coldwave, molto piacevole è la continua e pulsante linea di basso.
Senza fiato lascia la veloce “Elias See’s“, sicuramente una delle canzoni migliori del disco. Una drum-machine vertiginosa e il cantato frenetico trascinano l’ascoltatore in un vortice come se si girasse su sé stessi fino a perdere i sensi. Creando un bel contrasto segue la più lenta, e anche toccante, “Between the Differences”. “Release Me” canta, anzi invoca Brittany West. È un grido disperato, fa immaginare una donna sola con le braccia aperte che in una frase sola tira fuori tutta la sua anima.
Con beats sensuali e potenti sinetizzatori si fa strada “Illusion”. Il brano ha l'effetto di una pozione magica, i suoni luccicano e creano nuvole sonore come vapore. Il cantato in francese crea un'atmosfera misteriosa e fatale. La seguente “Certain Tears” si muove in direzione piùs punk, soprattutto nel chorus. La chitarra taglia come una lametta, i beats sono circolari e il cantato ha una linea inusuale che fa sembrare il brano una filastrocca brutale. Potente è il basso in “Maladie” che rende più profonda e minacciosa l'atmosfera tagliente delle chitarre e die sintetizzatori. Diretto è il cantato che nel ritornello diventa un grido soffocato. In “Le Couchemar” molteplici strati sonori si aggiungono alla lineare drum-machine. Convincente sono i doppi vocals e i sintetizzatori che ricordano un organo. L'album di chiude con una pioggia di luci sintetiche, riff di chitarra tirati e le voci di entrambi i Koban nel secondo singolo “We Run Red Lights”.
“Abject Obsessions” è un esempio di post-punk molto ben riuscito che unisce malinconia e aggressività. Gli elementi elettronici sono perfettamente in equilibrio con i riff di basso e di chitarra, in modo da ottenere un suono dark ma mai freddo. I Koban sono una profonda ed esplosiva oscurità.

Anno: 2016
Label: Avant! Records
Genere: Post-Punk, Darkwave

Tracklist:

1. This Pursuit

2. Instinct of Ego

3. Lesser

4. Elias See’s

5. Between the Differences

6. Illusion

7. Certain Tears
8. Maladie

9. Le Cauchemar

10. We Run Red Lights

Formazione:

Brittany West: voce, programming, basso, synth
Samuel Buss: chitarra, voce, programming, synth


DEUTSCHE VERSIONhttp://www.prettyinnoise.de/koban-abject-obsessions.html -


„Abject Obsessions“ ist das zweite Full-Length Album des kanadischen Duos und erscheint am 21. April bei Avant! Records. Es strotz vor schneidender Klangkraft, die einen von den ersten Sekunden an gleich einfängt. Im Vergleich zum Vorgänger „Vide“ klingt die Platte elektronischer und detaillierter. Gleich bleibt der starke Klang-Aufprall.
Es mag Frühling sein, doch ein schwarzer, wenn man „Abject Obsessions“ abspielt. Nach wenigen Sekunden, ab den Worten „My Pursuit“ katapultiert der Opener „This Pursuit“ in die Welt von Koban. Die Explosion aus schnellen Beats, der typischen, kontinuierlichen Synth-Textur und den zerreißenden Gitarren, die darunter den klopfenden Bass verbergen: Diese Elemente machen den Sound von Koban aus, den man in jedem Song gleich wieder erkennt. Dazu kommt die unverkennbare Stimme von Brittany West (auch Bass, drum programming und Synths). Schleppend und direkt singt sie fast auf eine Litanei-artige Weise. Obwohl sie sehr linear, ohne Schnörkel singt, erweckt ihre Stimme vielfältige Eindrücke. Manchmal klingt sie wie in Apathie eingehüllt, manchmal tief aus der Seele gesungen. Immer ist ihr Sound schwarz, glasig und matt.
Sexy und fast arrogant singt sie in der ersten Single des Albums, „Instict of Ego“, wo sie eindringlich „Does it make you sweat?“ flüstert. Und ja, der Track lässt schwitzen, klingt wie Bondage. Der Song beginnt sehr aggressiv mit dem rauen Gitarrensound und der schnellen Drum-Maschine, die zu einem Merkmal von Koban geworden ist. Der Track hat viele Wechsel und Details, hört sich wie ein lasziver Tanz in einem stockdunklen Kellerclub.
In „Lesser“ singt die andere Hälfte des „satanic murder couple“, wie die beiden sich selbst definieren. Der tiefe Gesang von Samuel Buss (Gitarre, drum programming, Synths) lässt den Song eher in Richtung coldwave bewegen, sehr schön ist im Hintergrund die verrückte Bassline.
Schnell und atemlos ist „Elias See‘s“, bestimmt ein Höhepunkt des Albums. Man wird gleich von der rasanten Drum-Machine und dem rauschenden Gesang weggeschnappt, man verliert sich in einem Vortex, man dreht sich im Kreis bis zum Umkippen. Sehr berührend und langsamer ist im Kontrast „Between the Differences“. „Release me“ singt Brittany West und man kann diesen verzweifelten Ruf fast sehen, man stellt sich vor, wie in einem dunklen Wald eine Frau mit offenen Armen sich die Seele heraussingt. Mit sexy-Beats und starken Synths schleicht sich „Illusion“ an. Der Song ist wie ein Zaubertrank, die Klänge glitzern und dämpfen. Der Gesang auf Französisch lässt die Stimmung mysteriös und fatal erscheinen.
Punkiger geht es in „Certain Tears“ ab, vor allem im Refrain. Die Gitarre ist eine Rasierklinge, die Beats laufen im Kreis und die Vocals haben eine eher ungewöhnliche Linie, die den Song wie ein brutales Kinderlied klingen lassen. Stark ist der Bass in „Maladie“, er dämpft und dunkelt die schneidende Stimmung ab. Besonders direkt wirkt der Gesang, wie eine Ansprache, ein nicht geschriener Schrei.
Viele Klangschichten legen sich eine nach der anderen auf die lineare Drum-Machine in „Le Couchemar“, der mit dem Doppelgesang im Refrain und dem orgelähnlichem Synth überzeugt. Mit einem Regen aus Synth-Lichtern, langgezogenen Gitarrenriffs und Doppelgesang schließt die zweite Single „We Run Red Lights“ das Album ab.
„Abject Obsessions“ ist ein sehr gelungenes Stück Post-Punk, wo Melancholie und rabiate Kraft Hand in Hand gehen. Elektro-Elemente sind perfekt zu den starken Gitarren- und Bass-Riffs balanciert, sodass Koban dark aber nie zu kalt klingen. Koban ist tiefe, explodierende Dunkelheit.


 



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