Mutilati ma ancora vivi! Quale maniera migliore per descrivere lo stato attuale che caratterizza i truculenti Blood Thirsty Demons. Eh sì, perché nonostante la dipartita del batterista, l'orrida band varesina è ancora in perfetta forma e lo dimostra senza indugi sin dal primo dannato solco che compone questa loro seconda fatica discografica, “Occultum Lapidem”.
Al brano “Ancient Gods” è affidato l'arduo compito di aprire le tetre danze infernali, assalendoci con un poderoso riff di chitarra di sapore “blacksabbatiano” ed un drumming martellante sul quale la voce di Christian Mustaine ruggisce tutta la sua dannazione. Ancora più travolgente è la traccia successiva, “Tears Of Lies”, dove echeggia preponderante l'influenza dei migliori Megadeth, quelli di “Killing Is My Business... (And My Business Is Good)”, per intenderci. Non c'è dubbio, questi “demoni” non vogliono perdere tempo e scelgono di giocarsi subito le loro carte migliori. L'energica “I Will Die”, terza traccia del disco, è una selvaggia cavalcata metal che non si discosta molto stilisticamente dalle canzoni che la precedono ma che si contraddistingue per soliste taglienti come lame di rasoio e vorticosi cambi di tempo. Benché il titolo sia abbastanza inflazionato (Prince Of Darkness), questa quarta traccia si contraddistingue felicemente per riff spigolosi e caotici (che riportano ancora una volta alla mente lo storico combo capitanato da Dave Mustaine), con una lirica antifaustiana, in cui si rinnega palesemente l'aiuto del diabolico. Segue a ruota “Behind My Faith”, ottima ballata rock con successiva apertura esplosiva, dove traspare una certa vena malinconica. “The Graves Are Open”, sesta traccia dell'album, marcia decisa e furiosa, con un ridondante riff di chitarra da paura ed un refrain truce che sembra provenire direttamente dall'inferno. Scura, lenta e introspettiva è la penultima canzone che dà il titolo a tutto l'album, “Occultum Lapidem”, che suona come una disperata ricerca interiore di una arcana conoscenza perduta. A chiudere il disco è la velocissima “Stolen Faith”, diabolica traccia che ci lascia senza fiato, ferendoci con la spigolosità dei suoi vorticosi giri di basso e chitarra: a mio avviso questa è la canzone più coinvolgente e trascinante dell'intero album, tanto che potrebbe scatenare una slam-dance di massa persino in un tranquillo convento di Carmelitane scalze! Prima di concludere la recensione, però, mi sembra importante sottolineare che i nostri “demoni assetati di sangue”, nonostante le innumerevoli influenze musicali che non esitano a mostrare lungo il corso dell'intero album (Death SS, Candlemass e Megadeth, tanto per citare qualche grosso nome), ci confermano per la seconda volta di aver raggiunto una forma-canzone matura ed originale. Ma a differenza del disco precedente (Mortal Remains del 2007), è un peccato che non siano stati utilizzati campionamenti tratti da pellicole dell'orrore (che potevano davvero rappresentare la ciliegina sulla torta), mentre l'utilizzo di una drum-machine (scelta chiaramente dettata da esigenze congiunturali), benché non sia percepibile a livello sonoro, porta involontariamente il granguignolesco combo ad esplorare territori industrial che potrebbero forse far storcere il naso ai puristi del genere ma far avvicinare paradossalmente anche nuovi ascoltatori provenienti da uditori diversi da quello del genere metal. In ogni caso, tirando le somme (e non le cuoia per mia fortuna!), concludo affermando che è un piacere vedere ancora in giro gruppi come i Blood Thirsty Demons, capaci di partorire album senza tempo che tanto possono piacere a chi (come me) è arrivato ormai quasi alle quaranta primavere ed il metal lo ascolta sin dall'adolescenza. 70/100
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Cristian Mustaine: Voce, chitarra Anno: 2009 Sul web: |