
Gli Alba Caduca nascono in Friuli nel 1999 e la loro carriera artistica si muove in diverse direzioni stilistiche: dalla base rock con influenze new wave anni ’80 all’impronta elettronica, che costituisce la chiave di volta anche per l’attuale repertorio.
Il sound che ne deriva è una fusione di elementi puramente elettronici con una linea rock graffiante, presentando così nuances industrial. Queste sonorità affiorano nell’ultimo album autoprodotto intitolato Babele.
Quest’ultimo comprende sei brani principali inframezzati da tre tracce minori, che fungono da introduzione ai vari atti, e sono l’Eloquio del castigo, del rifugio e infine del disagio. Sembra un percorso nei meandri dell’ultramondo dantesco: il primo brano è “Anathema”, dove emerge una voce grintosa che si scaglia contro il buio,in uno scenario all’insegna di un rock dominato dal drumming. Belati in sottofondo chiudono la prima traccia e aprono la seconda, “Icarus”,in modo da realizzare un continuum musicale. Qui la componente elettronica si fa sentire maggiormente, alternata da riff di chitarra. Il songwriting è carico di significato: Icarus incarna l’uomo moderno entro un mondo ormai scarno e privo di ideali. Il presente infernale viene decantato anche in “Mille”, brano ricco di rime, dal ritmo punk che ben riflette la denuncia pronunciata dagli Alba Caduca.
Il terzo atto vede come song “Protector” caratterizzato da un testo cantato in parte in italiano e in parte in inglese, forse per celare il motivo macabro che vi sta alla base. In seguito vi è “Babele”, la title track che rispecchia di più lo stile della band dominato dalle melodie dei synth e da quelle di chitarra e batteria. L’atmosfera si fa sempre più infernale e apocalittica fino ad arrivare all’ultimo intermezzo dove una voce pronuncia un monologo sulla morte e la condizione precaria in cui si trova l’essere umano. La memoria e la felicità sono in pericolo in un mondo fatto solo di incomprensioni ed ipocrisia e ciò viene chiaramente esplicato nell’ultima canzone “Plastika”.
Babele non è solo un album, ma anche una cronaca (lasciatemi scappare questo termine un po’ riduttivo) di quello che sta accadendo e di quello che avverrà in una realtà dove chi non ha futuro non si può sentire solo. Lo stile che gli Alba Caduca adottano è all’avanguardia e per questo,forse, non alla portata di ogni ascoltatore.
72/100
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Francesco Breda: Batteria Massimo Cisilino: Basso e cori Massimo Dubini: Voce Elena Feragotto: Chitarra
Anno: 2010 Label: Autoprodotto Genere: Alternative/Rock
Tracklist: 01. Eloquio del castigo 02. Anathema 03. Icarus 04. Mille 05. Eloquio del rifugio 06. Protector 07. Babele 08. Eloquio del disagio 09. Plastika
Sul web: Alba Caduca Alba Caduca@MySpace

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