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Accept
Stalingrad

Dopo l'azzeccato ritorno discografico di diciotto mesi fa col però discontinuo (almeno a parare del sottoscritto) Blood of The Nations, i teutonici Accept hanno deciso di continuare a battere il ferrò finchè è caldo e danno alle stampe il loro secondo disco post riassestamento line-up (avvenuto nel tardo 2009 e che ha visto l'entrata dal buon singer ex TT Quick Mark Tornillo): Stalingrad. Fortunatamente meno prolisso del suo diretto predecessore e ancora una volta forte dell'ottima performance del nuovo cantante, gli Accept con questo nuovo album non fanno rimpiangere lo storico vocalist Udo Dirkschneider, miscelando con perizia e grande vigore hard rock, metal classico con qualche azzeccata spruzzatina di blues. Le dieci tracce (più bonus track) qui presenti mostrano il quintetto di Solingen non cedono mai il fianco, ed a partire dall'opener "Hung, Drawn And Quartered" le carte sono già messe tutte in tavola: riff spaccamontagne del leader Wolf Hoffmann e sezione rtimica cavalcante. La title track mostra il lato antemico della proposta degli Accept, assestando cosi una doppieta iniziale di grande spessore, mentre "Hellfire", che progredisce tra atmosfere più cupe e candenzate palesa all'ascoltatore tutta la classe compositiva del combo, in grado di scrivere ancora canzoni di puro heavy old school.

"Revolution" gode di un lavoro chitarristico (sia solista che ritmico) pieno di ricami e arrangiamenti azzeccati, e da qui in poi la tracklist comincia a riservare qualche episodio meno riuscito, ma nel suo complesso Stalingrad è un disco dal buon appeal e stratificato, con magari due/tre episodi che odorano di riempitivi lontano un miglio (come ad esempio "Against The Wall", che non decolla mai e con un ritornello poco incisivo - ma da controlatare "Twist of Fate" è un buon colpo di coda prima di due songs a chiudere non del tutto riuscite), ma forte di una compattezza esecutiva invidiabile. Un lavoro moderno ma che strizza l'occhiolino al passato, ricordandoci che gli Accept due dedaci fa insieme agli Scorpions erano le uniche due bands europee in grado di riempire stadi anche aldifuori del vecchio continente. Se vi è piaciuto Blood of the Nations, non resterete delusi da Stalingrad, se invece quel disco non è mai entrato nella vostra playlist, difficile che queste undici nuove canzoni possano farvi cambiare idea.

69/100


Wolf Hoffmann: Chitarra
Peter Baltes: Basso
Stefan Schwarzmann: Batteria
Herman Frank: Chitarra
Mark Tornillo: Voce

Anno: 2012
Label: Nuclear Blast
Genere: Heavy Metal

Tracklist:
01. Hung, Drawn And Quartered
02. Stalingrad
03. Hellfire
04. Flash To Bang Time
05. Shadow Soldiers
06. Revolution
07. Against The World
08. Twist Of Fate
09. The Quick And The Dead
10. Never Forget (bonus track)
11. The Galley

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