Dopo il grande successo ottenuto con l’album di esordio Canzoni di Tattica e Disciplina, il rock illuministico dei Luminal ritorna sulla scena musicale con Io non credo. La band romana coglie l’occasione dell’anniversario dei 150 dall’unità d’Italia per dar sfogo alle proprie critiche, frammentazioni, rivoluzioni che, come ci sono state e ci sono ancora nel nostro Paese, così aleggiano nel nostro Io più profondo.
Queste nove tracce rappresentano, quindi, le molteplici facce della società odierna, con la sua mediocrità e i suoi compromessi che portano l’ascoltatore ad una ricerca di sé e ad una secessione interiore che potrebbe proiettarsi anche su ciò che ci circonda. Il primo brano è “Signore e signori dell’accusa”, dove traspaiono subito le sonorità e la voce aggressiva di Carlo Martinelli tipicamente post-punk che caratterizzano lo stile dei Luminal. In seguito vi è la title-track dell’album, “Io non credo”: questa volta a dominare tra note distorte c’è la voce femminile, calda ed espressiva di Alessandra Perna. La melodia del piano apre la successiva “Si può vivere” che ripresenta un buon working guitar, mentre “Non è ancora finita, baby blues” è caratterizzata da una molteplicità di stili che si mescolano tra loro entro una sezione ritmica che cambia più volte, dando vita ad un brano poliedrico ed energico. Sonorità folk appaiono ne “Il giorno sulla collina” in un crescendo ritmico, ma l’atmosfera si fa più rarefatta con “Niente di speciale”, dove si delinea un monologo sul senso della nostra esistenza. “Alle gegen alle” riassume già nel titolo il leitmotiv della canzone che parla dell’uomo e del suo ruolo nella società. In seguito le metafore fanno da padrone nel dialogo a due voci con la notte nel brano intitolato appunto “L’ultima notte”. “Tutti gridano è finita” chiude l’album: una song che permette molte interpretazioni da parte dell’ascoltatore, che, in tutto il lavoro, viene guidato,ma mai costretto, ad indagare su se stesso e sulla realtà che gli si presenta. Io non credo risulta, così, un disco ben calibrato sia dal punto di vista formale sia da quello contenutistico che, presentando una punta di pessimismo esistenzialistico, fa sì che rispecchi a pieno titolo il pensiero dell’uomo moderno. 70/100
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Alessandra Perna: Voce e chitarre Anno: 2011 |