I napoletani Loadstar vantano una lunga storia, visto che la loro carriera iniziò nel lontano 1985; dopo un precoce scioglimento risalente al 1989 e la rinascita avvenuta nel 2005, oggi ci presentano il loro “Calls from the Outer Space”, in formato digipack, dotato di una copertina impeccabile dal soggetto spaziale, in perfetta aderenza con il titolo.
Il CD dura quasi un’ora e si apre con l’aggressivo power “Shotgun messiah”, che si lascia ricordare anche per l’uso delle doppie voci in sovrapposizione; si prosegue con “Screen addiction”, un po’ più lento, dotato di qualche spunto dark. Il veloce “Midnite (the time of the witch)” è un brano più complesso, mentre il cadenzato “Voodoo star” presenta un avvio darkeggiante. Si continua con l’alternanza tra ritmo e melodia di “Burning seas” e con il power “Gothic”, che sfrutta nuovamente le doppie voci. La potente “Alien world” è seguita da “Sand tides”, che cresce melodica dopo un inizio lento. Alla ritmata “Time won’t forget” ed alla compatta “Revenge” fa seguito l’originale esperimento di “Canzone appassiunata”, breve pezzo popolare stravolto da un ritmo power, sul quale è costruito un duetto tra la voce solista che canta in inglese ed una voce femminile che si esprime in dialetto napoletano. La conclusione è affidata alla versione acustica di “Screen addiction”. Il disco poggia sulla tradizione del classic metal, ma suona aggiornato ai nostri tempi grazie ad un gran numero di assoli lunghi ed elaborati. Il riferimento più diretto ci sembrano i Judas Priest di “Sad Wings of Destiny”, cioè quel capolavoro di oltre trent’anni fa, ancora in bilico tra l’hard rock atmosferico degli esordi priestiani ed il primordiale heavy metal destinato a far scuola negli anni ’80; a scanso di equivoci, però, precisiamo che “Calls from the Outer Space” non va considerato come una semplice copia del lavoro dei Maestri, ma come un aggiornamento della pietra miliare di partenza, seppur mantenendo le dovute distanze, visto che il timbro vocale del cantante dei Loadstar, molto personale, non ci ha coinvolto quanto quello di Rob Halford. Nonostante ciò, gusti personali a parte, non possiamo che consigliare questo discreto album non solo agli appassionati di classic e power metal, ma anche agli amanti dell’assolo, che in questo caso non è assolutamente fine a se stesso, bensì amalgamato al resto della canzone con gusto e competenza. 70/100
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Armando “Al” Laghi: Voce Anno: 2009 |