Il genere proposto dai Subway to Sally non è certo di facile definizione, visto che il loro rock è impreziosito da vari elementi medievali e rinascimentali: il gruppo, infatti, utilizza spesso strumenti (come cornamusa, liuto, mandolino e fagotto) che, al giorno d'oggi, sono piuttosto inusuali perfino in settori musicali più “adulti” del rock.
Il nuovo album della formazione tedesca, intitolato “Kreuzfeuer”, si presenta con una elegante copertina, sulla quale spicca una croce dorata che prende fuoco su uno sfondo totalmente nero, dando luogo ad un eccellente risultato cromatico. Il CD dura poco più di cinquanta minuti ed inizia con il breve mid-tempo “Aufstieg”, al quale fa seguito il cadenzato “Judaskuss”, dark in apertura, successivamente arricchito da un sottofondo di tastiere e da un breve assolo di chitarra; la veloce “Besser Du Rennst” cede il passo alla lenta “So Fern, So Nah”, nella quale compaiono il violino ed alcuni elementi dark-wave che ricordano molto i Joy Division. Si passa alla breve ritmata “Die Jagd”, che sfrutta le doppie voci, mentre nella cadenzata “Einsam” le tastiere sinfoniche sono lo strumento che si pone in maggiore evidenza. “Komm In Meinen Schlaf”, caratterizzata dall'efficace alternanza tra una gentile voce femminile e la voce solista, molto più aggressiva, è seguita dalla melodica “Angelus”, con le doppie voci nuovamente in risalto. Si varia un po' con “Krähenkönig”, dai ritmi maghrebini e con la veloce “Niemals”, dotata di un passaggio orientaleggiante che ricorda la zeppeliniana “Kashmir”. “Versteckt”, ricca di atmosfere create da chitarra acustica, violino e tastiera e la drammatica “Vater”, che cresce lentamente, chiudono l'album in bellezza. Com'è evidentissimo dai titoli, il disco è interamente cantato in tedesco ed il risultato è un lavoro molto vario, dominato dalle tastiere e dalle atmosfere costruite dai vari strumenti non convenzionali di cui sopra: un rock raffinato, ma non per questo soporifero, bensì da intenditori, che consigliamo ad ascoltatori intelligenti, amanti del rock, dell'hard rock o dell'heavy metal più tecnico, evitando, per una volta, di sottolineare rigidi confini stilistici che, in questo caso, risulterebbero fuori luogo. 65/100
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Eric Fish: Voce, cornamusa, flauto, fagotto, oboe, synth Anno: 2009 |