Non sono una persona amante della sodomia e menate varie gore che riempiono il mondo e i testi del metal estremo, cercherò quindi di valutare il full dei ragazzi tedeschi per le sue caratteristiche prettamente musicali.
Più che non amare questo genere di temi, non amo il modo con cui si fa, cioè quasi sempre nell’intento di ricalcare i clichè del genere. Sicuramente dal 2002, anno di “Damned To Rot”, al 2006 i nostri amici bavaresi un po’ di strada ne hanno fatta. Musicalmente risulta un album compatto, solido, non c’è niente fuori posto. Gli attacchi delle canzoni sono belli incisivi come l’incedere di batteria, e i riffs di chitarra. Il tutto ha la forma del masso monolitico che viene gettato contro l’ascoltatore, se volessimo fare dei paragoni, non prendendo tutto alla lettera, quello che viene diretto alle nostre orecchie ha molti echi US-deathmetal, quello un po’ oldschool per intenderci, dovendo fare un nome direi Morbid Angel in primis. Certo tutti questi rimandi sono però letti in chiave moderna, se dovessi qui azzardare un nome tra i tanti direi Deeds Of Flesh, ma la componente della vecchia scuola la fa da padrona per la maggior parte del disco. Non ci sono pezzi tecnici come nei Deeds, né tantomeno la voce ha la stessa profondità, ma diciamo che nel complesso gli Human Bloodfeast se la cavano più che bene. Ce ne manca ancora per diventare un gruppo blasonato, ma la strada è quella giusta, e il disco si lascia ascoltare volentieri, grazie anche ad una produzione ottimale per combo non troppo conosciuto. Ok l’incedere di batteria non dimostra sempre una gran fantasia, ma il signor Joe fa il suo lavoro. Inoltre mi sento in dovere di segnalare le belle linee di basso, che se ascoltate bene rusultano piuttosto gustose. Insomma, se avete voglia di un buon disco death metal senza fronzoli e giri di parole “She Comes Gutted” fa al caso vostro. 80/100
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Heyme: Voce Anno: 2007 |