Il grande bassista Hugh Hopper è un artista a tutto tondo, impegnato negli ultimi anni in una sequenza piuttosto abbondante di lavori e progetti artistici. Questo suo nuovo lavoro solista per la Moonjune Records dal titolo Numero D'Vol, viene temporalmente subito dopo l'ultimo album con i suoi Soft Machine Legacy: Steam.
Un eventuale parallelo tra i due lavori rivela probabilmente in Numero D'Vol una maggiore eterogeneità, con una più marcata assenza della tensione sonora che appare piuttosto una delle qualità strutturali di Steam. Lo stile ed il suono vaporoso del basso che Hugh Hopper ha fatto propri nel corso della sua carriera artistica vengono fuori per intero in Earwigs Enter, dove la musica si sviluppa in maniera vagamente informe, suggerendo all'ascoltatore sensazioni di coercizione determinate da forze ultraterrene. Simon Picard impegnato al sax tenore ha in effetti piena libertà di movimento nell'album ed appare capace di asciuttezza e corposità sotto il profilo della indagine armonica, ciò grazie anche al non indifferente contributo di Steve Franklin le cui tastiere appaiono dispiegarsi per timbro e colore in maniera tale da fornire un solido fondamento armonico alle composizioni. In effetti è proprio questa la chiave di volta di Numero D'Vol assieme al timbro greve e cupo impresso da Picard all'opus intero. Questo aspetto appare vistosamente anche in Free Bee dove la sua predilezione per i fraseggi ricchi di patos, per gli intrecci senza vie di fuga, suggerisce letteralmente all'ascoltatore l'idea della molteplicità delle possibilità, soprattutto quando si annoda alle fasi più intense suonate da 'guida' dal basso di Hopper. E' una musica volutamente fuorviante ma non c'è mai nulla che appaia fastidioso all'ascoltatore nel seguente intento, basterà prestare attenzione alle aperture ricche di colore del basso di Hopper presenti su Straight Away. Nel seguente pezzo l'atmosfera è di voluta compostezza, deliberatamente esposta anche dal drumming compassato e dalle percussioni di Charles Hayward. Il lavoro svolto qui da Picard è (in linea) di basso profilo con note sciorinate in modo quasi cadenzato e numerico, un affresco di sensazioni. Get That Tap è costruita su un registro analogo, anche se a dire il vero appare netta la tendenza del gruppo a rifuggire dalla costrizione troppo stringente in un solo genere musicale. Il basso di Hugh Hopper appare ora ritmico, a tratti percussivo come anche le tastiere di Franklin in opposizione alle soluzioni del legato e in contrasto con il lirismo cercato fortemente da Picard. A quanti ritengono che il free-jazz sia completamente inaccessibile, Numero D'Vol dimostra che è possibile essere completamente spontanei mentre si genera musica con un piglio istintivo. 85/100
|
Hugh Hopper: Basso Anno: 2007 |