Entrambi i gruppi (capaci di esprimere un accattivante hard rock, diretto e secco quello dei Bow Wow, melodico e magniloquente quello dei successori), hanno registrato nel corso della loro carriera un tenue successo in Europa, segnatamente in UK, ove si sono comunque esibiti in location piuttosto prestigiose, tra cui il rinomato Reading Festival, ove si sono esibiti il 30 agosto del 1987. L'opera qui recensita riporta integralmente proprio questa data, l'ultima delle tre in programma, che vide il quintetto esibirsi unitamente a gruppi (heavy metal e non soltanto) quali Virginia Wolf, Lizzy Borden, Enid, FM, Alice Cooper (il bill dei tre giorni si trova nella colonna a destra). Autori di un hard rock articolato a vocazione sontuosa, gli Vow Wow ci regalano una testimonianza eccellente che raccoglie l'esibizione completa effettuata al citato festival, spalmata su 7 brani, arricchita da accattivanti estratti dai concerti tenuti al Friday Rock Show della BBC Radio One (4 brani), al Town & Country Club e al Marquee di Londra (due brani ciascuno), al Monday Night Rock Show della Capitol Radio (quattro brani, ciascuno dei quali anticipato da una breve presentazione in forma di brevi interviste). Le formazioni qui impegnate sono due: quella con Neil Murray, ex Whitesnake e futuro Black Sabbath (che permase nel gruppo nipponico in forma stabile dal 1987 al 1990), e la precedente, con l'originario bassista nei ranghi, Kenji Sano (l'ultimo suona nelle due esibizioni radiofoniche e al Marquee, il primo nel resto dell'album). Tralasciando considerazioni in ordine alla cura maniacale riservata all'artwork (2 cd in una confezione gatefold 20x20 cm, completa di booklet, 2 sticker e 1 tour pass), che riflette la ben nota professionalità dei giapponesi in tutte le cose che fanno, il titolo offre una panoramica completa dell'accattivante musica di questo meraviglioso gruppo, certamente fra i più autorevoli rappresentati di un hard rock melodico talvolta quasi epico, per niente inferiore ai più rinomati Rainbow e Alcatrazz, ai quali sono certamente associabili per stile, grazie alla presenza di un cantante potente e teatrale (Genki Hitomi, poi reclutato anche da Don Airey per "K2", suo primo album solista), un chitarrista decisamente funambolico Kyoji Yamamoto (che ritroveremo nel secondo album dei Phenomena) e un tastierista virtuoso e sfarzoso (Rei Atsumi). Tutte le registrazioni sono assolutamente genuine, non contaminate da alcuna sovraincisione successiva: la performance al Marquee è l'unica con un audio mediocre (ma la prestazione rimane di alto livello, con la gradita presenza, peraltro, di "Summer Time Blues" degli Who, unica cover della lunga e articolata tracklist), a fronte di una qualità dignitosa del Reading Festival e del Town & Country Club, che sale su livelli ottimi nel caso dei due radio show (i quali, verosimilmente, saccheggiano brani in studio attinti dalla discografia ufficiale). Ciò suggerisce che l'opera si identifichi quale mero e doveroso atto di tributo, più accostabile ad un official bootleg che ad un vero e proprio live da inserire nella discografia regolare (al riguardo, e per i puristi della qualità, segnaliamo il titolo ufficiale "Vow Wow Live", registrato il 28 e il 29 maggio del 1986 presso la Nakano Sun Plaza Hall di Tokyo, pubblicato lo stesso anno, da noi già largamente apprezzato su queste stesse pagine). In ogni caso, e qualitativamente parlando, l'album è notevole, giacchè permette di apprezzare la cifra stilistica, equamente spalmata tra melodia e potenza, di una band assai professionale, autrice di brani superbi, sublimati dalla resa live: "Nightless City" e "Mask of Flesh (Masquerade)" sono forti assoli di tastiera tra i più efficaci nell'intera compagine hard rock; "Shot in the Dark" si sostanzia quale graffiante prova collettiva, "Mountain top" e "Somewhere in the Night" evidenziano le doti di un cantante dotatissimo, meravigliosamente atipico nella sua orientale teatralità. In tutto ciò, la chitarra del funambolico Kyoji Yamamoto, qualcosa di più di un guitar hero, domina ovunque, sferzando continuamente l'ascoltatore con interventi puntuali e dotati di grandissimo gusto estetico. Unico punto debole del titolo è il soundcheck di 18 minuti, certamente trascurabile giacché nessun brano vi viene eseguito: tuttavia, e con il senno del poi, l'estratto può identificarsi quale vero e proprio omaggio nei confronti di Toshihiro Niimi, dotato batterista del gruppo, prematuramente scomparso nel 2024, ai cui secchi colpi sul rullante è affidata la malinconica e suggestiva chisura dell'album. |
Genki Hitomi (人見元基) – lead vocals Anno: 2020 |