Home Recensioni Album The Chris Slade Timeline - Timescape

The Chris Slade Timeline
Timescape

Strutturato su due cd, uno di musica originale, l'altro di cover, "Timescape" è il nuovo album dell'organico che fa capo a Chris Slade, pubblicato a luglio per la BraveWords Records.

I Chris Slade Timeline sono stati fondati dal noto batterista nel 2012 e si sono esibiti da allora nel Regno Unito ed in Europa allo scopo di celebrare la sua lunga carriera, iniziata con Tom Jones all’età di 16 anni, passata, tra gli altri, per Manfred Mann, Uriah HeepAC/DC e Asia
Molto valido il materiale inedito: si viaggia in bilico tra le commistioni prog e hard di "We Will Survive" e la incredibile ed efficace emulazione degli AC/DC (anche a livello vocale) di "Back With A Vengeance", passando per le atmosfere barocche di "Joybringer", il magenistismo suadente di "Time Flies", l'epicità di "End Of Eternity" (con un meraviglioso assolo di chitarra elettrica che ricorda il Neal Schon più dilatato e magniloquente). A latere, vanno citate le attitudini radiofoniche di "Sundance" e il pop quasi scanzonato (e forse un tantino fuori contesto) di "Living The Dream", "Freedom Song" e "Questions".
Per quanto riguarda il disco di cover, potremmo aprire un dibattito afferente alla disorganicità della tracklist.
Più nello specifico, i brani
"The Razors Edge", "Big Gun", "Thunderstruck" rappresentano l'unica scelta veramente azzeccata: i primi due erano inclusi in "The Razors Edge", unico album che l'interessato registrò con gli AC/DC (il primo pezzo, peraltro, è impreziosito da un inedito e assai efficace inserto di tastiere); l'ultimo, invece, sempre con il blasonato glabro nei ranghi, venne registrato a beneficio della colonna sonora di "Last Action Hero", poi incluso nel box set "Backtracks".
Il resto della selezione, invece, appare piuttosto incomprensibile attesa la preferenza di canzoni mai incise in studio da Slade: la scelta, nello specifico, sembra dettata da mero gusto personale, piuttosto che dall'esigenza di tributare una carriera. 
E' vero, infatti, che "Free" è il miglior pezzo degli Asia, nonchè la loro unica fatica esclusivamente prog, tratta dall'ottimo album "Aura" (qui rivisitata in chiave leggermente più dura), come è innegabile che, in quell'album del 2000, il gallese partecipò alle incisioni dei soli "Wherever You Are", "Under the Gun", "Come Make My Day" e "Hands of Time". Analogamente, può essere criticata l'inclusione di "High Voltage" e "Hells Bells", brani immortalati in studio da Phil Rudd, nonché di "July Morning" degli Uriah Heep, in origine presente nell'album "Look at Yourself" del 1971, con Ian Clarke alla batteria, poco importando il fatto che in quel breve capolavoro era ospitato proprio Manfred Mann (Slade comparve, invece, nell'album "Conquest", di 9 anni dopo).
Ci si chiede, inoltre, quale ratio sottenda alla mancata preferenza di pezzi dei Firm considerando che la presenza del batterista nell'organico degli stessi non è certamente liquidabile in termini di mera comparsata: al riguardo, è da biasimare l'esclusione quantomeno di "Fortune Hunter", brano molto efficace nonché unico, tra i 17 registrati dalla band, a firma del quartetto intero.
Che senso ha, infine, coverizzare "Blinded by the Light" di Bruce Springsteen (presente nel suo debutto "Greetings from Asbury Park, N.J." del 1973)? E' certo che il brano, nella versione proposta dai Manfred Mann's Earth Band (tratta da "Roaring Silence"), raggiunse nel 1977 la prima posizione nella Billboard Hot 100, ma perché ignorare altri pezzi a firma del gruppo stesso? Ce ne sono alcuni, peraltro, in cui Slade appare quale co-autore (tra questi, "Starbird" e "Questions", tratti dallo stesso disco, nonché, tra i tanti, "Time Is Right", "As Above So Below", "Pluto the Dog" e "Solar Fire" presenti nei lavori precedenti), per non parlare di "Look Around", da "Glorified Magnified" del 1972, di cui egli è unico autore.
Va comunque osservato che la raccolta - pur considerando la sua disorganicità, nonché l'invadente predominio degli AC/DC (5 pezzi su 8) - appare sfiziosa, sia in termini di mero compendio al disco di inediti, sia in quanto idonea a proporre brani comunque ottimamente eseguiti, anche con riguardo alle voci di Bun Davis e Stevie Gee, piuttosto camaleontiche, nella loro capacità di proporre linee melodiche in origine affidate alle ugole diverse e assai valide di Bon ScottBrian Johnson, David Byron, Manfred Mann, John Payne.






Chris Slade – Drums
Bun Davis – Vocals
Stevie Gee – Vocals, bass
James Cornford – Guitar, vocals
Michael J. Clark – Keyboards, guitar, vocals


Anno: 2024
Label: BraveWords Records
Genere: hard rock, heavy metal, prog

tracklist
Disc 1 – The Originals
01. Sundance
02. We Will Survive
03. Joybringer
04. Living The Dream
05. Freedom Song
06. Back With A Vengeance
07. Questions
08. Time Flies
09. End Of Eternity
Disc 2 – The Covers
01. The Razor’s Edge (AC/DC)
02. Free (Asia)
03. Blinded By The Light (Manfred Mann)
04. July Morning (Uriah Heep)
05. Thunderstruck (AC/DC)
06. Big Gun (AC/DC)
07. Hells Bells (AC/DC)
08. High Voltage (AC/DC)


Banner

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.