Ancora di scena l'heavy metal polacco sul nostro sito. Stavolta parliamo degli Steamachine, band proveniente dalla città di Olsztyn, che ha debuttato nel 2022 con l'album "Arktyczny Ogień" munito di liriche nella loro lingua madre. Per il loro secondo disco intitolato "City of Death", comprensivo dell'EP "The Book of War (Part I,II, III)", il gruppo ha optato per l'idioma inglese, un scelta che reputo azzeccata se si vuole sperare di avere un riscontro oltre i confini della propria Patria. Siamo al cospetto di un concept di sette brani che tratta il tema delle paure dell'uomo; esse prendono forma in un parco divertimenti visto, però, in un ottica negativa, direi da incubo. Una dimensione totalmente orrorifica in cui le nostre fobie si manifestano dirompenti. Dal punto di vista stilistico il gruppo si pone tra il metal tradizionale e una concezione più moderna del genere, abbracciando il thrash, il groove, il nu metal, il metalcore e il death di stampo melodico. Una sorta di crossover in cui si staglia l'abrasiva ugola del singer, nonché chitarrista, Jurkiewicz vero punto di forza degli Steamachine. Ne scaturisce un prodotto tutto sommato godibile e variegato. La musica è esplosiva, diretta, scevra di tecnicismi, graffiante, talvolta un po' monotona nel suo incedere. Un album nel complesso onesto, dinamico e a tratti travolgente come nel caso di "Monsterland" e "Acrobats of the Abyss". Ritengo, però, che per centrare la via del successo in Europa e in America occorra migliorare il songwriting e inquadrare meglio il proprio stile per non ristagnare all'infinito nel mare magnum dell'underground. Le idee e le potenzialità ci sono, ma vanno sviluppate meglio. Vedremo in futuro gli sviluppi della carriera dei Steamachine. Se son rose fioriranno. |
Konrad Gałązka,: guitars Anno: 2023 1. City Of Death Bonus: The Book Of War I
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