Se i Lynyrd Skynyrd hanno sempre rappresentato il lato più hard del southern rock, la Allman Brothers Band ha incarnato quello più blues, peraltro a vocazione fortemente votata alla jam e all'improvvisazione collettiva.
A cambiare un po' le carte in tavole, ci pensa la loro nona incisione in studio, pubblicata dopo nove anni di silenzio discografico, che costituisce probabilmente l’album più duro della band di Jacksonville. Rispetto a tutti gli altri lavori precedenti (e anche a quelli successivi), le ritmiche di Seven turns si presentano infatti molto più energiche e decise soprattutto in termini di gerarchia sonora rispetto agli altri strumenti. Esempio più lampante è “Shine it on” dove la sezione percussiva sovrasta tutti gli strumenti per l'intera durata del brano. Questa ed altre caratteristiche resero l’album accessibile ad una platea più vasta, con la conseguenza che lo stesso fu probabilmente meno apprezzato dai puristi. L'opera, tuttavia, non è da ritenersi meno valida e, a distanza di anni, ha fatto ricredere anche gli scettici di un tempo. Il valore tecnico dell’incisione è infatti di livello eccelso. La concretezza delle composizioni e delle esecuzioni non va infatti confusa con la ricerca effimera della commercialità, concretizzandosi invece in una raggiunta maturità, specchio di genuino adeguamento ai tempi. Merito anche dei nuovi ingressi, il superlativo e graffiante chitarrista Warren Haynes ed il bassista Allen Woody, entrambi accaniti fan del gruppo fin dalla loro adolescenza, successivamente confluiti nei Gov't Mule, altra valida realtà della corrente sudista (e non soltanto). Il tocco del chitarrista, in particolare, sarà un nuovo marchio di fabbrica e darà l'opportunità al gruppo di iniziare un nuovo corso, ricco di grandi soddisfazioni. Resta chiaro che l’evoluzione di cui sopra, non mutò i tratti distintivi della band, come le chitarre slide, la doppia componente percussiva, l’inconfondibile timbrica vocale di Gregg Allman (in grande evidenza ed esaltata dal suo inconfondibile ed immutato contributo all’organo), tutti magnificamente sublimati. |
Anno: 1990 |