Home Recensioni Masterpiece The Police - Ghost In The Machine

The Police
Ghost In The Machine

La recente versione picture in edizione limitata di "Ghost In The Machine", quarto album dei Police pubblicato nel 1981, è un evento troppo goloso per essere ignorato, grazie ad alcune caratteristiche che non permettono di qualificarla quale semplice ristampa.
Va premesso che il citato formato è stato adottato dalla band in passato soltanto per ciò che concerne alcuni singoli. L'opera è sublimata dalla presenza di tre pezzi assenti della prima stampa, in passato pubblicati in contesti assai atipici: "Shambelle" era la B-side di ben due singoli, "Invisible Sun" e "Every Little Thing She Does Is Magic", entrambi del 1981; stessa sorte per "Once Upon A Daydream", retro di "Synchronicity II", datato 1983; "I Burn for You", infine, venne incluso nella colonna sonora del lungometraggio "Brimstone and Treacle", poi inserito nel 12 pollici di "Wrapped Around Your Finger", del 1983, unitamente a "Someone To Talk To" e ad una versione live di "Message In A Bottle" (le tre tracce, comunque, vennero incluse nel cofanetto "Message in a Box: The Complete Recordings", edito nel 1993).
Altre novità riguardano la sequenza alternativa, oggi ricomposta come venne inizialmente concepita (poco valorizzati, in tal senso, i pezzi "Spirits In The Material World" e "Every Little Thing She Does Is Magic", relegati al 5° posto di ogni lato) e il conteggio ad opera di Stewart Copeland nei brani "Spirits In The Material World", "Rehumanise Yourself", "One World (Not Three)" e "Hungry For You", non presente in origine
La tiratura è sconosciuta, laconicamente contrassegnata dalla consueta rubricazione "limited edition". Sulla busta, infine, è presente una striscia OBI, pur apposta orizzontalmente e adesiva, contenente informazioni gradite pur da minimo sindacale.
Si tratta, in breve sintesi, di un oggetto accattivante il cui acquisto, stante la presenza delle novità appena elencate, è consigliato anche a chi fosse già in possesso della versione originale dell'album, pur perseguendo finalità squisitamente completiste.
Volendo invece recensire l'opera a prescindere dal formato con cui viene oggi commercializzata, l'album fu registrato nel corso di sei settimane tra gennaio e settembre di quell'anno presso gli AIR Studios di Montserrat ("a 12 ore di volo dalla casa discografica più vicina", a detta di Stewart Copeland), e si avvale dell'apporto di Hugh Padgham (in sostituzione di Nigel Gray, produttore dei primi tre album), fautore di un metodo di registrazione già collaudato con Peter Gabriel e Phil Collins, che vedeva i singoli membri registrare contemporaneamente il grosso del materiale, ma in stanze separate (un archetipo che verrà ripetuto registrando "Synchronicity", due anni dopo).
L'album - il primo a riportare un titolo in lingua inglese, ispirato al volume "The Ghost in the Machine" di Arthur Koestler, autore molto letto da Sting in gioventù ("Synchronicity" subirà analogo ascendente da parte di un altro testo dell'autore, "The Roots of Coincidence", ove è largamente menzionata la teoria della sincronicità di Carl Jung) - è connotato da un uso massiccio di tastiere nonché del sintetizzatore per chitarra Roland GR-300 ("Secret Journey") e dei fiati, peraltro suonati dallo stesso Sting (segatamente in "Hungry For You (J'Aurais Toujours Faim De Toi)", "Demolition Man", "Too Much Information", "One World (Not Three)", "Rehumanize Yourself"). Tali novità non risultarono gradite ad Andy Summers che, tempo dopo, avrebbe dichiarato: "Devo dire che sono rimasto deluso dalla direzione musicale all'epoca di "Ghost in the Machine". Con l'arrivo dei fiati e del sintetizzatore, la fantastica sensazione del trio grezzo, tutta quella roba veramente creativa e dinamica, stava andando perduta. Stavamo finendo per accompagnare un cantante che eseguiva le sue canzoni pop".
L'osservazione è piuttosto sintomatica del livello di tensione vissuto all'epoca in seno alla band, circostanza testimoniata anche da alcuni episodi successivamente resi noti: "Rehumanize Yourself" fu composta interamente da Stewart Copeland ma venne castrata del testo da Sting, che ne scrisse uno nuovo (era già successo con "Landlord" e "Dead End Job", rispettivamente facciate b dei singoli "Message In A Bottle" e "Can't Stand Losing You"); "Omegaman" (qui rinominata "Ωmegaman", con il simbolo greco come inziale), venne inizialmente scelta dalla A&M Records come primo singolo ma - a detta di un Andy Summers che, autore del pezzo, ripensa oggi all'episodio in termini stizziti - fu poi scartata su secco rifiuto del cantante. La scelta ricadde su "Invisible Sun" il quale - pur promosso da un video musicale poi bandito dalla BBC per la presenza di filmati afferenti al conflitto in Irlanda del Nord - si rivelò essere un grande successo, raggiungendo il numero 2 della Singles Chart britannica. Con il senno del poi, è impossibile dare torto a Sting, ma non può negarsi la validità del brano a firma del chitarrista, peraltro immeritatamente escluso da tutte le raccolte pubblicate a nome della band.
La fatica discografica è forte di un'interessante stratificazione sonora, sempre sviluppata in termini asciutti, nello stile tipico del terzetto che, spesso, si concretizzava in ostinati ripetuti ad oltranza, spesso in totale assenza di variazioni, anche minime ("Too Much Information" ne è l'esempio più estremo, con la sua melodia di 8 note mantenuta invariata per tutto il tempo). Il reggae "One World", genere musicale lambito anche in altri brani, le ossessioni chitarristiche di "Invisible Sun", il testo prevalentemente francese di "Hungry for You (J'aurais toujours faim de toi)", le introspezioni, a tratti oscure presenti in "Secret Journey", "Darkness" e "Omegaman" (peraltro già anticipate in "Spirits In The Material World", che apriva l'album), testimoniano la volontà della band di collocarsi sempre tangenzialmente rispetto alla scena musicale dell'epoca, ripartita tra punk, new wave e musica da discoteca. "Demolition Man", fu composta per la cantante Grace Jones, che ne pubblicò una personale lettura nel suo album "Nightclubbing". Insoddisfatti del risultato, i Police ne registrarono una versione più dura (poi riesumata e definitivamente consegnata al successo nel 1993,  quando venne adottata come sigla dell'omonimo film d'azione con Sylvester Stallone e Wesley Snipes).
Infine, due parole sulla copertina:
la band non fu in grado di scegliere una fotografia idonea, quindi decise di ispirarsi ai display degli orologi digitali all'epoca in voga, affidandosi a Mick Haggerty (grafico già premiato per il suo lavoro, tra gli altri, in "Breakfast in America" dei Supertramp), che raffigurò le teste dei tre musicisti, ciascuno con uno stile di capelli distintivo (da destra a sinistra, Stewart Copeland con la frangia, Sting con i capelli a punta e Andy Summers senza alcuna delle due caratteristiche appena citate).
L'album debuttò al numero 1 nel Regno Unito, ivi permanendo tre settimane, mentre negli Stati Uniti raggiunse la posizione numero 2 Billboard 200. "Every Little Thing She Does Is Magic" venne pubblicato come secondo singolo dell'album e come primo singolo nella maggior parte degli altri paesi, diventando il quarto numero 1 della band in patria, raggiungendo la terza posizione nella Billboard Hot 100 degli Stati Uniti. Vi fece seguito "Spirits in the Material World", raggiungendo il numero 12 in terra natia e il numero 11 oltre oceano, ove "Secret Journey", ultimo singolo, si classificò al numero 46.
Molti giornalisti musicali, sia dell'epoca sia odierni, hanno descritto a loro modo l'importanza del disco, non di rado evidenziandone anche i difetti (segnatamente riconducibili ad una maggiore propensione per il pop, indirizzo non propriamente apprezzato anche da Summers, come sopra accennato). Tra quelli espressi, il più idoneo a fornire una descrizione puntuale dell'opera è stato, a parere di chi scrive, quello riportato dalla rivista Paste, con sede ad Atlanta, Georgia, a firma di tale Saby Reyes-Kulkarni, il quale, redigendo nel 2021 un elenco dei migliori album del 1981, osservò che "ci sono album che ti avvolgono in un ambiente così diverso da qualsiasi altra cosa tu abbia mai sentito che ascoltarli è come fare un viaggio in un altro mondo. (.) "Ghost in the Machine" è un lavoro più unificato dal punto di vista sonoro della carriera dei Police, un'integrazione perfetta e rivoluzionaria del reggae nello stile della band che, come i Talking Heads e Peter Gabriel, ha stabilito una visione futurista del pop, che potrebbe assorbire suoni da tutto il mondo: in un certo senso, da allora la musica pop ha operato partendo da questa premessa".








Sting – bass guitar, lead vocals, sax
Andy Summers – guitars, backing vocals
Stewart Copeland – drums, percussion, backing vocals
additional musicians
Jean Roussel – keyboards (Every Little Thing She Does Is Magic)
Danny Quatrochi – bass (Demolition Man)

Anno: 1981 (2023)
Label: A&M Records/UMC
Genere: rock, new wave, reggae 

new tracklist:
side 1
1 - Invisible Sun
2 - Demolition Man
3 - Secret Journey
4 - Darkness
5 - Spirits In The Material World
6 - Too Much Information
7 - Omegaman
side 2
1 - One World (Not Three)
2 - Rehumanize Yourself
3 - I Burn For You
4 - Hungry for You (J'aurais Toujours Faim De Toi)
5 - Every Little Thing She Does Is Magic
6 - Once Upon A Daydream
7 - Shambelle

original tracklist:
side 1
1 - Spirits in the Material World 
2 - Every Little Thing She Does Is Magic 
3 - Invisible Sun 
4 - Hungry for You (J'aurais Toujours Faim De Toi)
5 - Demolition Man
side 2
1 - Too Much Information 
2 - Rehumanize Yourself 
3 - One World (Not Three)
4- Ωmegaman 
5 - Secret Journey 
6 - Darkness 



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