Pulsano (Ta), 17 Agosto 2016 - Rock Metal Fest VIII edizione - Zona Industriale
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Foto di questo report a cura di "Eric" G.L. (salvo dove diversamente specificato)
Antefatto - Maggio 2016 “C’era una volta…”
Qualche mese fa scambiavo ricordi ed impressioni su alcuni importanti concerti visti in passato (Metallica, Dream Theater, Guns n’ Roses, Judas Priest…) con un amico chitarrista, ad un certo punto, alla sua domanda: “Quale sarà il prossimo grande evento al quale assisterai?”, io, senza esitazione, ho risposto: “Il Rock Metal Fest di Pulsano”. Il mio interlocutore, che conosce bene il Fest, avendoci suonato qualche anno fa, è rimasto comunque interdetto e mi ha guardato perplesso perché forse si aspettava che nominassi il 'Gods of Metal' a Milano oppure gli 'Iron Maiden' a Roma.
Foto by Navarro della Miraglia
17 Agosto 2016
Il giorno tanto atteso è arrivato. Il percorso per raggiungere la location è segnalato dai manifesti che pubblicizzano la serata; l’illustrazione scelta quest’anno, disegnata da Enzo “Heavy Bone” Rizzi, omaggia rispettosamente il compianto Lemmy Kilmister. Mi presento all’appuntamento mentre è in corso il soundcheck. Il colpo d’occhio è straordinario, il palco di questa ottava edizione è enorme con due torri laterali sulle quali campeggia il logo del Rock Metal Fest. Quattro file di fari e casse a volontà. Saluto i vecchi amici ed incontro i ragazzi delle band protagoniste, il tempo vola ed è già ora di dare inizio alle danze.
Il compito di rompere il ghiaccio è affidato agli IFAD, band di Ginosa (Ta), che propone un convincente “crossover” cantato in italiano. Testi rabbiosi e musica dura. Scorrono i brani estratti dal loro disco di esordio Malazioni, “De-Mente” e “Phobie” colpiscono dritto allo stomaco, mentre il refrain di “12-36” si stampa subito in testa. Un plauso va a tutti e cinque i ragazzi ed è giusto lodare la grinta del cantante/bassista Giuseppe Pirrazzo ed il lavoro instancabile di Alex Phil alle percussioni.
IFAD
Dopo un veloce cambio di strumentazione, sale sul palco, scalzo, Luigi Castellani, leader e fondatore degli ADAMAS (da Spoleto), il quale spiega in modo esauriente il significato del nome della band, termine greco che vuol dire “invincibile”, ma che indicherebbe anche una sostanza durissima come il diamante o come l’acciaio (steel), materiale che gli antichi greci ancora non conoscevano. Quando parte la musica non ce n’è per nessuno, il loro thrash quadrato e roccioso (vengono in mente i Megadeth) è una bella mazzata sui denti. “Heavy Thoughts”, “Pit my skin”, “The reaper” sono pezzi micidiali e la ciliegina sulla torta è la riuscitissima cover di “Ace of Spades” dei Motörhead. La conclusiva “E.T.N.A.” segna la fine di un’esibizione impeccabile.
ADAMAS
Poi è il turno dei casertani FALL HAS COME, che suonano “Cover the Sun”, “Burn up to river” e “Urban Chaos” ed un altro paio di canzoni estratte dal recente Time to reborn; si tratta di un hard rock di classe cristallina, di grande impatto (sono in quattro, ma sembrano cento), ottimamente composto ed altrettanto bene eseguito. Al termine della serata il bravo singer, Enrico Bellotta, mi dirà di essersi sentito un po’ fuori contesto, ma, a mio modesto parere, non è così perché la gente ha risposto bene (durante la ballad “I will” si sono alzate le fiammelle degli accendini) ed è rimasta favorevolmente impressionata.
FALL HAS COME
Ore 22,45: è il momento dei barlettani SUBLIMINAL FEAR, alfieri di un death melodico – intriso di elettronica e fortemente venato di “industrial” – caratterizzato dall’alternanza di voce pulita e cantato growl ad opera, rispettivamente, di Carmine Cristallo e Matteo De Bellis. “Self-proclaimed Gods”, “Phantoms or Drones” e “Nexus” centrano l’obiettivo di far scuotere a tempo le teste degli astanti, grazie alla martellante sezione ritmica e ai riff di Domenico Murgolo.
SUBLIMINAL FEAR
I C.O.B.R.A. (che, venendo da Taranto, giocano in casa) sono gli unici, oggi, ad avere in organico una figura femminile: Grazia Riccardo, la vocalist, dal fisico minuto ed elegante, dotata di grande carisma, con la sua voce lirica e la sua presenza scenica catalizza l’attenzione degli spettatori. Con lei Antonio Bortone, anima musicale del gruppo, ed il fido Vito Zingarelli, oltre alla nuova coppia basso - batteria formata da Marco De Felice e Oronzo Santoro, i quali, complice una serie di precedenti date estive, sono ormai affiatati ed in forma smagliante. Nell’insieme una band che non si perde in inutili tecnicismi, che preferisce le sfumature ed i passaggi di atmosfera (impreziositi da arpeggi, assoli melodici ed armonie vocali) alla pura e semplice violenza. “Anthelion” e “Mary’s Blood” possiedono un’aura magica e misteriosa. Il set si chiude con un inedito (un pezzo dalla velocità sostenuta), che lascia intravedere quale sarà la futura evoluzione del sound dei cinque tarantini. Gli amanti di potenza e melodia sono stati accontentati.
C.O.B.R.A.
Ultimi a calcare le scene i toscani ATHENA (da Massa Carrara), che, a dispetto della loro giovane età (tutti poco più che ventenni), governano la folla da artisti consumati. Il frontman Luca Cappellini incita i presenti ad effettuare un “wall of death”, ma anche gli altri componenti non sono da meno, ballano, saltano e corrono instancabili a destra e manca. Autori di un metal/hardcore serratissimo, stemperano l’aggressività dei loro brani con cori accattivanti e di facile presa. "Reload”, “Disease”, “Giving it All” “Bastards of a Nation” e “Young at Heart” lasciano il segno e vengono cantati a gran voce da chi si trova nelle prime file.
ATHENA
Si chiude così questa ottava edizione del Rock Metal Fest, organizzato come sempre dalla Associazione Onlus (e quindi senza fini di lucro) Rock Metal Events. Bisogna ringraziare queste persone (che di fatto fanno volontariato) per la loro tenacia e caparbietà e che ogni anno rischiano soldi e salute - sottraendo anche tempo a vacanze e famiglie - per condurre in porto una operazione come questa, per la quale servono 7-8 mesi di preparativi. Tutto questo solo per la soddisfazione di creare un momento di sana aggregazione (mai, e sottolineo mai, neanche in passato si è verificato un incidente o ci sono stati disordini), per far conoscere il metal anche a chi non è abituato a certe sonorità e per supportare la scena musicale locale e nazionale. Quanti eventi di questo tipo, che partono dal basso, esistono in Italia e soprattutto al Sud? Quanti concerti come questo sono gratis? Quanti fanno suonare gruppi su un palco di queste dimensioni e con un server adeguato?
Un ringraziamento va anche alle sei band che si sono esibite (gratuitamente, come previsto dal bando di partecipazione) animate unicamente dalla passione e dal desiderio di portare in giro la propria musica. Giova ricordare che i gruppi non ricevono alcun compenso e si accollano i costi di viaggio e pernottamento, oltre a percorrere svariati chilometri (in alcuni casi migliaia) per essere sul posto. Tutti i musicisti coinvolti hanno avuto parole di elogio nei confronti della manifestazione e sono rimasti sorpresi e contenti per l’accoglienza ricevuta al Fest e per l’esperienza vissuta. Gli Athena, ad esempio, hanno detto che da loro (in Toscana) non esiste niente di simile. Speriamo che qualcuno si svegli, prenda spunto da quanto si è fatto qui e venga a studiare, imitare ed esportare il “modello Pulsano”.
“E vissero tutti felici e contenti?” Non proprio, come in ogni fiaba che si rispetti c’è sempre un antagonista (strega, matrigna, lupo, orco…) e sicuramente qualcuno si sarà lamentato dell’insolito, per un concerto rock/metal, impiego di due presentatori (un uomo e una donna), ma in un contesto aperto a tutti – frequentato da persone di ogni tipologia ed età, quindi non solo appassionati, ma anche famiglie, bambini e anziani (per i quali il massimo della trasgressione è ascoltare Adriano Celentano) – credo sia giusto dare un minimo di infarinatura ai presenti e riempire i tempi morti durante il "cambio palco".
Qualcun altro avrà borbottato per la mancanza di una band splatter-grind-brutal-black-gore, ma il metal ha talmente tanti sottogeneri che non è possibile accontentare i gusti di tutti con un festival che (purtroppo) si svolge in una sola giornata. La musica era troppo “leggera” e “commerciale”? Sono mancate compagini dal sound estremo ed aggressivo? Ma non mi pare che Adamas, Ifad e gli stessi Athena siano venuti a raccogliere le margherite!!!
Siamo tornati alle diatribe anni '80 e '90 tra quelli che amano il thrash-death-splatter-grind-brutal-black-gore e quelli che ascoltano glam-aor? Tra il “metalabbestia” ed il metal melodico? Bathory contro Europe? In quei decenni il metal si è diffuso e sviluppato a macchia d'olio anche grazie a band più accessibili come quella di Joey Tempest (tanto per fare un nome). Se si continua ad innalzare questi steccati allora è vero che il "panorama metal" non si amplierà mai (in Italia, ma soprattutto al Sud) e ci meritiamo il "deserto". Se si vuol incentivare la scena, raccogliere nuovi proseliti, diffondere il “verbo” e far vivere il genere, si deve anche mettere in scaletta qualche band più orecchiabile. Il "METAL" ha tante sfaccettature e se stiamo ancora a parteggiare per questa o quella corrente allora di strada ne dobbiamo fare proprio tanta!!!
Ancora due riflessioni: a) peccato che nomi un po’ più noti dell’ambiente ancora non si siano accorti della portata di questo festival e quando hanno partecipato alle selezioni abbiano, all’ultimo momento, rinunciato a partecipare. È vero che non c’è un ritorno economico immediato, ma questa è una “vetrina” che fa guadagnare immagine, stima e popolarità sul territorio. b) Tranne me, inviato di “Artists&Bands”, e, quest’anno, la web radio locale “Radio Rebel”, non ho visto redattori/collaboratori di altre testate (web, cartacee, ecc…). Dopo otto edizioni è impossibile non conoscere l'esistenza del RMF, questa assenza diventa ingiustificata ed imperdonabile, gli addetti ai lavori (giornalisti, tv, ecc...) si lasciano sfuggire un grande spettacolo e non danno la giusta e meritata visibilità a questo festival.
Detto ciò, come avrete intuito, io sono entusiasta e continuerò a sostenere iniziative coraggiose come questa e non vedo l’ora che arrivi Agosto 2017 per assistere al prossimo e (per me) irrinunciabile Rock Metal Fest.
Postfatto - 18 Agosto 2016
Ho incontrato il mio amico chitarrista con il quale avevo chiacchierato lo scorso Maggio (ricordate l’inizio di questo report?). Non ci siamo visti al Rock Metal Fest (non era facile incrociarsi in mezzo a circa 400 persone), ma mi ha confermato che c’era anche lui. Mi ha stretto la mano alla maniera fraterna dei “metallari” (incrociando i pollici delle due mani) e mi ha detto: “Ora ho capito perché consideri il Rock Metal Fest di Pulsano un grande evento al quale assistere”.
“E, allora, vissero tutti felici e contenti?” Sì, ora credo proprio di sì!
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ROCK METAL FEST - VIII Edizione Data: 17/08/2016 Luogo: Pulsano (Ta) - Zona Industriale Genere: Metal e Hard Rock
Organizzazione Sito ufficiale Rock Metal Events Sito Facebook Rock Metal Fest
IFAD Giuseppe Pirrazzo: Basso/Voce 1 Giuseppe Tagliente: Chitarra/Voce Vincenzo Costantino: Chitarra Alex Phil: Percussioni e Voce 3 Adriano Bozza: Batteria
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ADAMAS Luigi Castellani: Voce Federico Fondacci: Chitarra Alessandro Manini: Basso Eugenio Castellani: Batteria
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FALL HAS COME Enrico Bellotta: Voce Raffaele Giacobbone: Chitarra Enrico Pascarella: Chitarra Salvatore Laurella: Batteria
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SUBLIMINAL FEAR Carmine Cristallo: Voce Doddo Murgolo: Chitarre Matteo De Bellis: Voce Alessio Morella: Basso Rino Lanotte: Batteria
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C.O.B.R.A. (Conspiracy Of Blackness and Relative Aftermath) Grazia Riccardo: Voce Antonio Bortone: Chitarra solista, voce Vito Zingarelli: Chitarra Marco De Felice: Basso Oronzo Santoro: Batteria
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ATHENA Luca Cappellini “Cap”: Voce Andrea Cavaliere “Andrew”: Basso, Backing Voice Alessandro Guidi “Ale”: Chitarra, Backing Voice Tommaso Carolini “Carò”: Batteria, EFX Matteo Carducci: Chitarra (Live)
Thomas Amati “Thom”: Chitarra (in studio)
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