Mi avvicino per scegliere i dischi in vendita ed è in quel momento che, incrociando i suoi occhi chiari, riconosco Morgana. La ricordavo con un taglio di capelli diverso, ma davanti a me c'è proprio lei, la Regina del Metal Italiano... Questo è stato il primo approccio per questa lunga intervista, durante la quale Morgana/Roberta, con estrema sincerità, ha messo a nudo la sua anima.
- A&B - Raccontaci gli inizi della tua avventura nel mondo della musica. Sei stata una delle prime ragazze in Italia (se non la prima in assoluto) a cantare metal, quali difficoltà hai incontrato da adolescente in un ambiente quasi (almeno all’epoca) totalmente maschile? - Morgana - La diffidenza è stato il primo scoglio da superare. Ero assolutamente credibile e già questo è un bel vantaggio, ma ero una ragazzina e darmi una chance non era da tutti. Me la diede Attilio Scalabrini (rip) che credette in me e quella chance me la diede facendomi entrare nella sua band.
- A&B - Che aria si respirava in quel periodo? - Morgana - A quell’epoca c’era grande fermento in Italia e Torino pareva essere il centro di tutto. Non solo molte band ma moltissima qualità nell’offerta. Il movimento era davvero enorme. Il sabato sera ci ritrovavamo sotto l’obelisco di piazza Statuto che, la leggenda dice, sia situato sopra la porta dell’Inferno. A volte il gruppo arrivava a 50 persone.
- A&B - Cosa pensava la famiglia delle tue scelte? - Morgana - La mia è una famiglia come tante. Papà dirigente d’azienda e mamma casalinga. Mi hanno insegnato prima di tutto rispetto e tolleranza e questo valeva anche per le mie scelte. Mi hanno sempre lasciata libera pur tenendomi d’occhio in maniera discreta e senza intrusioni o costrizioni. Una frase che ancora oggi alla soglia dei 50 anni mio padre spesso mi dice è “Sei giovane. Hai diritto di sbagliare da sola”. Non male, vero?
- A&B - Come ti sei avvicinata al genere? Molti raccontano di un amico o di un fratello maggiore che ha trasmesso loro la passione. - Morgana - Un cugino primo, Marco. Mi fece ascoltare Traffic, Genesis, Van der Graaf, Rolling Stones, Janis Joplin, The Doors e poi Led Zeppelin e Deep Purple. Mi educò alla musica più bella che ci sia al mondo!
- A&B - Quale è stato il disco o il brano che ha fatto scattare la scintilla? - Morgana - Bella domanda… la scintilla scoccò anni dopo quando ormai avevo acquisito la mia indipendenza musicale e compravo i miei dischi da sola. Credo Dynasty dei Kiss.
- A&B - La tua città, Torino, è piena di posti incredibili: in “Profondo rosso” di Dario Argento c’è una scena (primo delitto) girata in piazza CLN (Piazza dei due fiumi), mentre la villa dei misteri è una vecchia palazzina Liberty; certi luoghi e certe atmosfere hanno influenzato le tue prime esperienze musicali? - Morgana - Con Jester Beast provavamo in una cantina di via San Donato a pochi passi dalla famosa piazza Statuto dove era situata l’antica necropoli e la nefasta Vallis Occisorium (ora Valdocco) dove venivano crocifissi i condannati in età romana e poi dove era situata la “beatissima” ossia la forca che poi i francesi spostarono di poche centinaia di metri. Ancora oggi noi torinesi sinistramente chiamiamo l’incrocio tra corso Regina Margherita e Via Cigna Il Rondò della Forca. Tutto questo per noi è la norma ma certo comunque esercitava un certo fascino.
- A&B- Considerato che, sempre Torino, è definita una città magica (contemporaneamente vertice del triangolo della magia bianca e di quella nera), esistono delle tue foto del periodo Hurtful Witch con veli e candelabri, quanto era vero rito e quanto semplice scenografia? - Morgana - Sono sempre stata attratta dal buio che, volente o nolente, ognuno di noi si porta dentro e con il quale tutti prima o poi facciamo i conti. Nessun rito però ma una ricerca interiore.
- A&B - Quale è il tuo rapporto con la spiritualità? - Morgana - Credo in Dio e con Dio sono incazzata a morte. Lui ed io sappiamo perché.
- A&B - Se non erro hai fatto parte di alcuni progetti dance/disco music, sei pentita di quella fase? - Morgana - Perché dovrei essere pentita? Era un progetto cross over: una voce metal su un progetto dance. Il risultato fu gradevole e, addirittura, il brano entrò nelle principali classifiche radiofoniche. Non volli però andare oltre quel progetto perché non era certo il mio mondo quello delle discoteche. Avevo subito messo in chiaro che non mi sarei esibita. Mi divertii molto a cantarlo ma il Rock resta la mia unica vera passione.
- A&B - Dopo qualche anno di silenzio sei rientrata nel giro alla grande, cosa o chi ti ha convinto a tornare? Quali le difficoltà tecniche ed emotive nel riprendere un discorso interrotto anni fa? - Morgana - Vent’anni sono un’eternità e sarebbe stato da pazzi aver pensato di poter rientrare dalla porta principale. Morgana era sì un nome ancora ricordato, ma il tempo non fa sconti ed io dovevo ripartire quasi da zero. Venne in mio soccorso un mio vecchio amico di quelli del giro che davvero conta e lui mi fece da guida in un mondo che io non conoscevo più. Con il suo aiuto riuscì a registrare un brano che fu il mio passaporto per rientrare nel mio mondo. Ero spaesata e piena di dubbi ma, con il suo appoggio e consiglio e una buona dose di testardaggine, riuscì a far ripartire Morgana. Le maggiori difficoltà tecniche le ho incontrate in studio di registrazione, perché l’avvento del digitale ha cambiato molte cose. Fortunatamente per me, Tommy Talamanca in veste di produttore e fonico, non usa artifizi elettronici ma mi ha lasciata esprimermi e sbagliare.
- A&B - Come trovi cambiato l’ambiente? - Morgana - Il web ha pericolosamente democratizzato l’offerta che, troppo spesso, è qualitativamente bassa. Troppa offerta sta distogliendo l’attenzione da chi davvero merita.
- A&B - Parliamo ora del tuo ultimo disco Rose of Jericho, che già dal titolo (la Rosa di Gerico è anche conosciuta come pianta della resurrezione) mi è sembrato molto autobiografico e molto sincero; in tutti i brani si parla di amore, ma non in modo convenzionale, il sentimento viene trattato con un senso di rabbia e delusione, con una visione poco romantica e poco rassicurante (vedasi anche la scelta della cover di “Bang Bang” ed il tema del video di “Golden Hours”). - Morgana - Il mio matrimonio era appena naufragato tra recriminazioni e sensi di colpa e una nuova relazione, basata su complicità e amicizia, si era rivelata per quel che era ossia niente. Difficilissimo io potessi scrivere di passeggiate mano nella mano su una spiaggia al tramonto. Sono comunque sempre stata un po’ refrattaria all’amore. Sono una solitaria per attitudine e carattere. Credo nell’attrazione e nella chimica tra due persone, credo nella comunione di anime ed intenti ma non credo all’amore eterno. Ho un’amica che per me è da sempre necessaria come l’aria che respiro. Poco tempo fa mi lamentavo con lei per la fine dell’ennesima mia relazione e le chiesi perché alla fine io incontro sempre solo balordi sulla mia strada. Lei mi rispose serafica che è semplicemente perché sono balorda pure io e sono i simili che si attraggono non gli opposti. Forse è vero.
- A&B - Nel brano introduttivo la Musica è definita “Him” (Lui), al maschile, perchè? Tu donna vedi la musica come un oggetto d’amore (e quindi del sesso opposto) oppure non ti riferisci alla musica, ma ad un uomo in particolare? - Morgana - Mi riferisco alla musica e proprio a quel rapporto carnale che ad essa mi lega. Ho sempre visto nella musica un compagno di giochi ed un rifugio per la mia anima. Vivo la musica con lo stesso trasporto di come vivo un rapporto sentimentale. Con completo abbandono ad essa.
- A&B - Quale risposta hai avuto da pubblico e critica? Conosci i riscontri di vendita del disco? - Morgana - Rose of Jericho non è certo un disco immediato, ma è stato compreso ed apprezzato anche al di sopra delle mie aspettative. La cosa che più mi ha colpita, è che i recensori l’hanno davvero ascoltato con il cuore e proprio con il cuore valutato. Paradossalmente ha venduto di più all’estero che in Italia. Ottimo il riscontro dei download a pagamento.
- A&B - Si vocifera che tu stia già registrando i pezzi per un nuovo album. Quali sono i tuoi programmi futuri? - Morgana - Sto raccogliendo le idee per un nuovo album, cercando stimoli ed idee con il contributo di tutta la band.
- A&B - Hai mai pensato di cantare in italiano? - Morgana - Mi è stato proposto ma ho delle riserve in merito o forse è solo la mia paura ad essere inadatta. L’inglese è decisamente più musicale che la nostra lingua e questo facilita non poco.
- A&B - A proposito di canzone italiana, vorrei proporti un gioco, ti cito stralci di due testi famosi. Quali sono i tuoi pensieri e le tue impressioni? - La costruzione di un amore spezza le vene delle mani mescola il sangue col sudore se te ne rimane (La costruzione di un amore – I. Fossati)
- Quando finisce un amore così com'e' finito il mio senza una ragione ne' un motivo, senza niente ti senti un nodo nella gola, ti senti un buco nello stomaco ti senti un vuoto nella testa e non capisci niente e non ti basta più un amico e non ti basta più distrarti (…) e cerchi a tutti i costi una ragione eppure non c'e' mai una ragione perché un amore debba finire (Quando finisce un amore – R. Cocciante) - Morgana - Che non c’è felicità senza sofferenza e le due cose non sempre vanno necessariamente in quest'ordine. La vita e l’amore fanno lo stesso percorso perché nulla dura per sempre. La felicità e la vita, la sofferenza e la morte. Forse si potrebbe scegliere di non amare per evitare di soffrire, ma sarebbe come scegliere di non vivere per non morire.
- A&B - Sono quasi due anni che il cosiddetto “femminicidio” (ma non esisteva un termine migliore?) è alla ribalta della cronaca, hai mai pensato di scrivere un brano sul tema della violenza sulle donne? - Morgana - Concordo che il termine è davvero brutto, perché la parola “femmina” evoca qualcosa di sessista. Di norma non affronto tematiche sociali se non per metafora, ma devo ammettere che questa vera e propria piaga sociale mi colpisce molto. Più che una canzone sul femminicidio andrebbe scritta una canzone sul diritto all’autodeterminazione e su come essa si conquista. Si conquista tramite l’autostima e costruendo la propria indipendenza che però costa sudore, lacrime e sangue. Certi mostri siamo noi donne a sceglierli, a volte per paura della solitudine o perché farsi una famiglia è una convenzione. Dovremmo imparare a dire no per non dover poi dire basta. Un basta che può costarci la vita.
- A&B - Le trame oscure delle banche, la politica allo sbando, l’impoverimento (non solo economico, ma anche culturale). Cosa ne pensi della società di oggi? - Morgana - Viviamo un’epoca di decadenza a seguito di anni dove corruzione e mercati senza regole ci hanno però arricchito un po’ tutti. Il benessere ci ha accecato al punto di non accorgerci che ci stavamo scavando la fossa da soli. Ci siamo dimenticati del resto del mondo ed il resto del mondo è cresciuto mentre noi gozzovigliavamo ed ora ci sta comprando pezzo dopo pezzo. La crisi economica, secondo me, ha profonde radici nella crisi di costumi. Tutti vogliamo tutto senza più essere disposti a dare e questa deriva morale si riflette inevitabilmente sulla vita politica ed economica. Si pensa a salvare le banche mentre la gente muore di fame. Il sistema è imploso e, onestamente, ho poca fiducia in una ripresa in tempi brevi.
- A&B - Cosa è per te la libertà? - Morgana - La libertà è l’inalienabile diritto di ognuno di noi ad essere sempre e comunque se stesso.
- A&B - Un tuo pensiero per ciascuno dei tre elementi della triade “sesso-droga- rock’n’roll”. - Morgana - Sesso: liberatorio e dolcemente alienante se vissuto pienamente e senza falsi moralismi o, peggio, freni inibitori. Attraverso la perdita del contatto con la realtà, delle difese e delle barriere mentali che il piacere dà, riusciamo finalmente a vedere il nostro partner e noi stessi per quello che si è davvero. La nudità dell’anima prima ancora che quella del corpo. Droga: tutto quello che altera artificialmente il mio io mi spaventa a morte. Francamente non riesco a vedere libertà nella schiavitù da una sostanza chimica. Rock’n’roll: liberatorio quanto il sesso e proprio con il sesso ha molto in comune per la sua fisicità e passione.
- A&B - In primavera hai girato il sud Italia accompagnando i Jester Beast nel loro tour. Sei stata la loro “badante” (come ti sei ironicamente autodefinita), ci racconti come è andata l’esperienza? - Morgana - Molto bene! È stato divertente essere “la tipa del merchandise”, non avere il mio solito ruolo di artista. E’ stato interessante mettermi dall’altra parte della barricata ed osservare il mio mondo da un punto di vista differente. I Jester sono poi persone meravigliose ed è stato bello dividere quest’esperienza con loro.
- A&B - Oltre alla musica c’è un’altra forma d’arte che senti nelle tue corde? - Morgana - In realtà la musica è quanto c’è di più affine alla mia anima.
- A&B - Leggendo le note biografiche sul tuo sito ufficiale (scritte certamente da te), i testi delle tue canzoni e le risposte che hai dato in altre interviste, ho notato che hai sempre una visione acuta e profonda delle cose e che hai tanto da dire e da dare. Hai mai pensato ad una carriera da scrittrice? - Morgana – In effetti c’è un lavoro in cantiere. Descrive l’ambiente del Metal italiano attraverso gli occhi di una ragazza prima e di una donna oggi. Il mio punto di vista. Non aspettatevi una biografia tradizionale, perché ho da sempre una visione piuttosto disincantata ed irriverente della questione.
- A&B - E cinema o tv? Mi viene in mente il lavoro fatto da Steve Sylvester in un episodio dell’ “Ispettore Coliandro”. A te “le physique du role” non manca… - Morgana – In passato ricevetti un paio di proposte ma erano gli anni ’80 e sarebbe stato svilente. Erano gli anni del “Drive in” di Canale 5 e le donne erano carne da macello. Dissi no. Oggi mi proponessero qualcosa di interessante forse accetterei.
- A&B - Hai mai avuto un modello femminile da seguire (intendo anche fuori dal campo musicale)? - Morgana – Per mia natura non faccio branco quindi non seguo leader ma, se proprio dovessi citare una figura femminile che mi ha colpita, citerei la mia maestra delle elementari Giuliana. Una giovane donna bellissima ed emancipata che predicava a noi bambini l’eguaglianza come valore fondamentale. Ci trattava quasi da adulti permettendoci di darle del tu e chiamarla per nome. Non dimentichiamo che eravamo negli anni ’70 ed in una città problematica come Torino.
- A&B - Chi è Roberta nella vita di tutti i giorni? - Morgana - La mia forza è sempre stata quella di essere la stessa sul palco e nella vita di ogni giorno. Io sono Morgana e Morgana è me.
- A&B - Ti ringrazio infinitamente per la disponibilità e per il tempo dedicato e ti lascio lo spazio per un messaggio ai tuoi ammiratori e a quanti frequentano il nostro sito…. - Morgana – Sono io che ringrazio te per la bella intervista. Capita di rado di ricevere domande interessanti come le tue. Vi bacio tutti e vi invito a venirci a trovare sulle nostre band pages: FACEBOOK Hurtful Witch
FACEBOOK Morgana
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