Un po' come succede con Steve Hackett, che incarna, di fatto, l'unica opportunità di ascoltare dal vivo i brani pubblicati dai Genesis nel range temporale 71-76, Glenn Hughes rappresenta oggi, e senza il minimo dubbio, il solo modo di ascoltare live la musica dei Deep Purple mark III. Tra i diversi fattori positivi del suo recente concerto romano, tenuto all'interno del noto e apprezzato locale Orion, va certamente menzionato il supporto di una band coesa e pienamente attendibile (che permette al cantante di non spararla troppo grossa affermando, poco prima dell'esecuzione di "You Keep On Moving", "if you close your eyes, sometimes in my show, that is a real fuckin' Deep Purple"), ma anche la particolarità di uno spirito fortemente settantiano: il decennio più ricco della storia musicale, infatti, viene dall'artista puntualmente rievocato con una grafica/estetica piuttosto inequivocabile (valgano, in tal senso, sia gli abiti stilosi indossati dallo stesso, sia il manifesto dello show riccamente colorato), e anche con versioni piuttosto dilatate di alcuni dei brani proposti (impreziositi da svariate improvvisazioni soliste), peraltro sublimate dal ricordo del "California Jam", noto festival del 1974 che vide Deep Purple ed Emerson, Lake & Palmer dividersi equamente il ruolo di headliners (divertente, in tal senso, ascoltare da uno dei protagonisti dell'epoca il noto episodio della chitarra lanciata da Ritchie Blackmore alla volta di un operatore impegnato nelle riprese del concerto). |
Glenn Hughes: voce, basso 1. Stormbringer 2. Might Just Take Your Life 3. Sail Away 4. You Fool No One - Guitar Solo (including extract from Lazy) - Blues - High Ball Shooter - You Fool No One (reprise) - Drums Solo - You Fool No One (reprise) 5. Guitar Intro/Mistreated 6. Gettin' Tighter 7. You Keep On Moving (including Bass/Drums Solo) 8. Burn
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