Ogni disco, oltre alla componente musicale, contiene una parte di silenzio soggettivo, un limbo in cui giacciono sospese le prime sensazioni fatte di emozioni, delusioni o indifferenza. Devo ammettere che dopo aver ascoltato l’EP in questione, il silenzio è stato di breve durata. Positivamente impressionato, ho premuto nuovamente il tasto play e l’ho riascoltato.La giovane band torinese, nata nel 2012, dopo aver autoprodotto il primo EP “Home At Least” e aver registrato il secondo “Dreamless”, ecco che confeziona “To Fade At Dusk”, il terzo della serie.Sulla scia psichedelica progressiva che illumina un caratteristico shoegaze, i The Yellow Traffic Light danno vita a quattro tracce dalle atmosfere oscure ed avvolgenti, tinteggiate di tormentata frenesia. Il sound accelerato tocca generi musicali come wave, post-punk, kraut-rock e rallenta soltanto in “Burger Shot” dove le chitarre disegnano uno stile alternative-rock e lo-fi. Quest’ultima è una storia di emarginazione razziale in cui l’assenza di punti di riferimento imprigiona l’uomo in un’esistenza precaria. È la dimostrazione di testi impegnati ed intensi congiunti perfettamente al sound magnetico.“To Fade At Least” è un disco intimamente viscerale che scava nell’emotività dell’io umano. È una notte buia dai volti e luoghi ignoti in cui la musica dei The Yellow Traffic Light è l’unica direzione da seguire. Ad occhi chiusi. |
Jacopo Lanotte: voce, chitarra, tastiere Anno: 2015 |