Doppia recensione per Haereticus degli Ecnephias.
A poco più di un anno di distanza dall’ottimo Dominium Noctis, una delle migliori uscite italiane in campo estremo del 2007, tornano sul mercato i lucani Ecnephias con un mini album che più che donare un qualcosa di veramente nuovo a livello compositivo, sembra fungere da perfetta presentazione alla nuova formazione, che vede come unico collante storico la voce maligna e gutturale di Mancan.
Le 7 canzoni all’interno di questo Haereticus quindi, si muovono sulle stesse coordinate del suo diretto predecessore, sempre in bilico tra death e black metal di scuola scandinava, con stacchi sinfonici a donare un sano tocco di epicità al prodotto nel suo insieme. Difficile scegliere una delle canzoni in particolare a scapito di un’altra, i 25 minuti di questo disco vanno assimilati nel suo insieme, perché l’omogeneità della proposta e del songwriting garantiscono comunque un risultato finale apprezzabilissimo e dalla qualità media davvero buona. Indubbiamente gli amanti del genere apprezzeranno molto le atmosfere violente e lugubri della title track, dove le tastiere di Sicarius (elemento nuovo nel suono degli Ecnephias) conferiscono una maggiore solidità al sound, con lenti stacchi al limite del doom che si alternano ad accelerazioni dove le parti di batteria schizzano precise e d’impatto nelle orecchie dell’ascoltatore. Mancan è sempre il solito cicerone e perfido vocalist del passato, spesso anche abile nel dileguarsi tra growl a linee vocali più pulite come in “Eterno Silenzio” o “Ave Maestro” (anche se la perla a parere di chi scrive va ricercata in “Deviations”, con una parte centrale al limite del gospel).
Pur lontani dalla malefica magia dei primi dischi (da segnalare l’ennesima splendida copertina), la nuova vita del combo di Potenza riparte cosi con una raccolta di brani molto diretta e compatta, che ci sentiamo di consigliare vivamente a chi segue ed apprezza il lavoro di questo gruppo sin dagli esordi, in attesa di un nuovo full lenght per il 2009. Il loro futuro ad inizio 2008 sembrava incerto, adesso sono di nuovo una sicurezza, una piacevole realtà nostrana della quale sarebbe lecito vantarsi anche nei confronti del mercato estero.
69/100
di Fabio "Stanley" Cusano
Ecnephias non é un nome nuovo nel panorama italiano, loro sono in giro da ben 10 anni e dopo altri 3 lavori escono con questo più che ufficiale Haereticus, un ep di 27 minuti niente male dove si sente la capacità raffinata ed il tocco del gruppo esperto e ben ragionato a tavolino. Mi pare ovvio che ci troviamo di fronte ad un gruppo che sa cosa vuole fare da grande, la mente di Mancan coadiuvata da musicisti di indubbio valore quali Sicarius Inferni, Toru (ex Infernal Angels) ed Antonio Donadeo (Undertakers, Exhumer, Vital Remains...) non poteva che portare a questi risultati di resa sonora e per un certo punto di vista di fama dato che oggi il gruppo lavora sul suo primo album che uscirà per la nazionale Code666, e questo dovrà far capire una volta di più ai gruppi nostrani che un solo demo spesso non basta per convincere una etichetta di medio livello a 'sottoscrivere' un gruppo...
Alla fine della fiera quello che ci propone il gruppo a tutta onestà non é poi qualcosa di immensamente trascendentale, in questo disco non si fa altro che portare avanti qualcosa di simie o di gia intrapreso in passato da altri gruppi italiani (Maldoror, Ensoph... prima della rispettiva svolta elettronica) con la dovuta dose di cautela e sapienza, in Italia è quasi diventata una costante ciclica questa che in un quinquennio un gruppo come questo tenti la scalata con la solita miscela di black, death metal sinfonico, latinismi occulti, cori teatrali e ambientazioni imponenti per poi finire nell'elettronica dopo la dovuta maturazione (spero che non sia questa la fine di Ecnephias ...).
I lucani in questo colgono nel segno, sono bravi perché più concreti e diretti nella loro miscela sacrilega, ed accontenteranno 'forse' sia gli amanti del death primitivo o quasi, che quelli del black sinfonico e profano, e quelli del metal contaminato e più evoluto, in realtà io non ci trovo niente che sia fuori posto ma nemmeno qualcosa di totalmente innovativo, aspetto il nuovo disco per una valutazione finale più esaustiva, qui ci sono le solite devote genuflessioni ai Cradle of Filth, ai Dimmu Borgir, Emperor (tastiere e certe trame) e qualche innovazione fatta passare come tale ma ampiamente già sviluppata da qualche band d'oltralpe e nord europea...
Lo stile made in Ecnephias è quadrato nonostante come tanti risentano di numerose influenze e contaminazioni (tra le quali credo anche insospettabilmente non metal, mi sbaglio???), di riflesso però c'é una disarmante semplicità di songwriting ed esecuzione dalla loro parte, la loro proposta meraviglia senza stupire, é come se fosse trascinata da un feeling e non da reali doti artistiche originali, tra un brano e l'altro possiamo notare una "poliedricità" inespressa purtroppo spesso rovinata dal quel tocco gotico che a me personalmente nel metal estremo non piace tantissimo. La proposta comunque non è da snobbare, il fatto che sia rimasto del buon death/black metal li esonera del tutto, misto al fatto che una certa parte della loro musica 'profana' è di indubbia ispirazione.
Affascinano molto le vocals in Italiano e Inglese, in parte in Latino cantate o recitate a seconda del caso con molta accuratezza ed un risultato finale piacevole per le orecchie allenate.
Di fatti l'ep si apre con un monologo vocale imperiosamente impostato ("De Natura Deorum") che lascia presagire ben altro, qualcosa di più metafisico e sperimentale ma il tutto finisce inesorabilmente catapultato e travolto dal fiume in piena della title track, una mazzata dove vocals gutturali e sezione ritmica 'bombastik' in black & death style sono bene in risalto con toni molto alti e dove il magistrale supporto di tastiere a tappeto, potenti linee ritmiche di basso e batteria trasmettono scosse bene assestate e regalano al sound nel suo totale quella rotondità richiesta per avere il giusto apporto ed attenzione da parte dei media. Tutto si conclude con la finale "Ave Maestro", una inquietante e cupa lode corale-tastieristica supportata da voce soprano che sarebbe una ottima sound track per qualche film in stile 'The Omen'.
Sono passato volutamente dall'inizio alla fine del disco perché nel mezzo devo ammettere che un poco di noia ha minato la mia attenzione, tutto bello, si, puro e cristallino, buona la registrazione, le note decadenti di piano forte, le chitarre trascinanti, la batteria al metronomo, le spoken vocals e vocals varie ed arcigne, suites gotico teatrali spesso sfocianti nel puro terrore ("Eterno Silenzio") per poi avere un breve risveglio in "A Darkened Room" e "Hills on a Desert" bei pezzi, se vogliamo molto diversi tra loro ma con lo stesso feeling oscuro a fare da legante, una prettamente orchestral black e l'altra più sul versante death doom lento e manieristico, eppure mi resta l'amaro in bocca, mi sarei aspettato di più da una band che già ha superato i limiti dell'underground nazionale e che dopo 10 anni e tre lavori avrebbe potuto offrire maggiori iniziative di creatività. Sarò io forse troppo esigente. Buon biglietto da visita ma gli aspetto al varco del fulllenght.
65/100
di HektoplasmaToxin
|
|
Mancan: Voce e chitarra Sicarius Inferni: Tastiere e piano Turu: Basso
Anno: 2008 Label: Nekromantik Records/Necrotorture Genere: Black/Death Metal
Tracklist: 01. De Natura Deorum 02. Haereticus 03. Deviations 04. Eterno Silenzio 05. A Darkened Room 06. Hills On A Desert 07. Ave Maestro
Sito web: Ecnephias Ecnephias @MySpace
|