Gran bel disco, questo Crawling in the rush hour, dotato tanto di originalità, quanto di eterogeneità. Di origine campane, i Verme Robots sono attivi fin dal 1999 (all’epoca il nome della band era Crawler ed il genere era riconducibile al crossover-metal) e propongono un’opera discografica sensata, collocata in un range musicale che abbraccia con credibile competenza variegati generi musicali, talvolta citati estemporaneamente (prog, new wave), più spesso percorsi con determinazione e convinzione (rock alternativo, grunge e metal). Il gruppo condisce quanto sopra votandosi alla sperimentazione, contenuta ma credibile, proponendo basi ritmiche tanto disorganiche, quanto energiche che si traducono, nel loro insieme, in una proposta collettiva che possiede robustezza e precisione al tempo stesso. Dominato da tinte se non cupe, quantomeno inquiete, l’album genera una sintesi perfettamente riuscita tra variegati generi musicali nel quale sono osati, con mirabile competenza, incastri e fratture di geometrie musicali dal forte sapore ipnotico. 88/100
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Antonio Senesi: Voce, chitarra Anno: 2009 |